Banconote e spiccioli dai nominali “pesanti”, cioè tagliati di due zeri. Così, mezzo secolo fa, il pubblico francese prese a confrontarsi con i nuovi franchi, una fra le conseguenze più appariscenti della riforma monetaria e fiscale voluta da Charles de Gaulle.
In realtà, il sistema diventò operativo il 15 luglio precedente, sovrastampando in rosso gli inflazionati biglietti dal valore più alto. Una anticipazione dal significato soprattutto psicologico, così da far abituare il pubblico. L’entrata in vigore effettiva sarebbe rimasta l’1 gennaio.
Catalogo alla mano, l’ultimo francobollo espresso nella vecchia divisa arrivò il 12 dicembre e intendeva ricordare i dieci anni della Nato. Il 2 gennaio, invece, cominciò la distribuzione delle prime cinque cartevalori, sostanzialmente recuperate dal passato ed aggiornate: il 5 (stemma di Lille), il 10 (contadina), il 15 (emblema di Algeri), il 20 (seminatrice) ed il 25 centesimi (Marianna sulla barca).
Dalla storia all’attualità. Archiviata la Presidenza di turno svedese senza alcuna sottolineatura postale, il vertice dell’Ue passa a Madrid, che ha in programma una celebrazione dentellata organizzata in due esemplari identici, da 34 e 64 centesimi. La carica semestrale è stata confermata dal Trattato di Lisbona, operativo dall’1 dicembre scorso; il premier spagnolo José Luis Rodriguez Zapatero affiancherà dunque il belga Herman Van Rompuy, per due anni e mezzo destinato ad essere il primo presidente stabile del Consiglio nella storia dell’Unione.