Un francobollo in grado di spiegarsi da solo: il busto del personaggio con l’anno di nascita e di morte in primo piano, il filo spinato a sottolineare la situazione di prigionia, il gruppo di persone che richiama le vittime. È la carta valore per il centenario del comasco -ma quasi subito trasferitosi a Padova con la famiglia- Giorgio Perlasca (1910-1992).
Rimasto sconosciuto, se non fosse stato per quello che di lui si sarebbe scoperto soltanto negli anni Ottanta. Grazie -ammettono dalla Fondazione che porta il suo nome- ad alcune donne ebree ungheresi. Ragazzine all’epoca delle persecuzioni, attraverso il giornale della loro comunità di Budapest cercarono notizie del diplomatico spagnolo che durante la Seconda guerra mondiale le aveva salvate. Così, “la vicenda di Giorgio Perlasca esce dal silenzio. Le testimonianze dei salvati sono numerose, arrivano i giornali, le televisioni, i libri, e lo stesso Perlasca si reca nelle scuole per raccontare quel che aveva compiuto”.
A Budapest negli ultimi mesi del conflitto, riesce a presentarsi come diplomatico spagnolo “organizzando l’incredibile «impostura» che lo porta a proteggere, salvare e sfamare giorno dopo giorno migliaia di ungheresi di religione ebraica ammassati in «case protette» lungo il Danubio”. Li tutela dalle incursioni delle Croci frecciate, cioè dai corpi filonazisti locali, si reca con Raoul Wallenberg, l’incaricato personale del re di Svezia, alla stazione per cercare di recuperare i protetti, tratta ogni giorno con il Governo ungherese e le autorità tedesche di occupazione, rilascia salvacondotti utilizzando una legge promossa nel 1924 da Miguel Primo de Rivera che riconosceva la cittadinanza spagnola a tutti gli ebrei di ascendenza sefardita sparsi nel mondo. Le persone salvate saranno complessivamente 5.218.
Per questa sua attività è stato nominato “giusto fra le nazioni” da Israele, che il 27 aprile 1998 lo ha ricordato anche in un francobollo da 6,00 nuovi schekel, dove compare con altri quattro eroi (il portoghese Aristides de Sousa Mendes, lo svizzero Charles Lutz, il giapponese Sempo Sugihara, il turco Selahattin Ulkuman).
La carta valore italiana, dal costo di 60 centesimi, utilizza la stessa foto scelta dodici anni fa da Tel Aviv ed apre la produzione tricolore 2010. È stampata in quattro milioni di esemplari, confermando la tiratura standard introdotta nella seconda parte del 2009. Il bollettino illustrativo è firmato da Franco Perlasca, figlio di Giorgio e presidente della Fondazione. L’iniziativa dentellata verrà tenuta a battesimo il 31 gennaio, giorno esatto dell’anniversario, a Padova, ma con annullo fdc anche a Como. Alla cerimonia saranno presenti, oltre alle autorità locali, rappresentanti diplomatici dei Paesi coinvolti e uno dei salvati, Giorgio Pressburger.