Era nato a St. Leonhard in Passeier (oggi in provincia di Bolzano) nel 1767 e finì i suoi giorni nel 1810 a Mantova, fucilato dai francesi. Non è un caso, dunque, che due secoli dopo la città lombarda ricordi l’oste e commerciante di cavalli tirolese Andreas Hofer, passato alla storia per aver guidato nel 1809 l’indipendenza della sua terra, allora assegnata da Napoleone alla Baviera.
L’annullo di rito arriverà il 20 febbraio, anniversario esatto dell’esecuzione, ma già è aperta la mostra “Zu Mantua in banden («A Mantova in catene») - Mantova fra Napoleone e Hofer”, ospitata fino al 21 marzo alla Madonna della Vittoria, in via Monteverdi 1 (orari: giovedì e venerdì 15.30-18.30, sabato e domenica 10-12.30 e 15.30-18.30; ingresso libero).
Il titolo principale della mostra “Zu Mantua in banden” -spiega dal Centro studi internazionale di storia postale Sergio Leali- “riporta la prima strofa del famoso inno scritto dal poeta tedesco Julius Mosen nel 1832 e poi musicato dal compositore Leopold Knebelberger che fece il giro della Germania diventando un «lied» popolarissimo grazie al quale, indirettamente, Mantova diventò una delle città italiane fra le più conosciute nei Paesi di lingua tedesca”.
Una cinquantina i quadri proposti, per un percorso che vuole essere storico e al tempo stesso storico postale. Viene raccontato, attraverso documenti originali, lettere, stampe, monete, medaglie, editti, mappe, libri, cimeli, armi, divise ed altro materiale, il periodo compreso fra il 1796 (anno in cui ebbe inizio l’assedio da parte delle truppe dell’Armée d’Italie) e il 1814, quando Mantova passò di nuovo sotto Vienna. “Si inserisce in questo contesto il momentaneo ritorno (1799-1801) degli austriaci in città e la tragica vicenda del processo e della fucilazione di Andreas Hofer alla quale i mantovani cercarono in tutti i modi di opporsi, giungendo anche ad offrire ben 5.000 scudi purché gli venisse risparmiata la vita”.
Hofer -aggiunge il mantovano Lorenzo Carra- è diventato un po’ anche il nostro eroe. Tutti gli anni, il 20 febbraio, qualche corriera di «schützen» viene in città e c’è sempre una bella e pittoresca cerimonia. Ma questa volta è un’occasione speciale, e si attendono decine di autobus. L’ex chiesa che ospita la mostra offre un elemento in più: contiene la riproduzione della «Madonna della Vittoria», la pala del Mantegna qui collocata e che proprio Napoleone in quegli anni si portò via; ancora oggi è esposta al Louvre”.