Dopo “Faccia libro” (più noto come... “Facebook”), arriva il “francobollo libro”. A firmarlo sono i Paesi Bassi, da decenni all’avanguardia nella grafica postale: fra i grandi autori che si sono cimentati nelle cartevalori nazionali figura, ad esempio, Maurits Cornelis Escher (1898-1972), lo specialista nelle rappresentazioni impossibili.
Ed ora, per la precisione da martedì 9, è giunto il 2,20 euro dedicato alla 75ª “Settimana del libro”. “Questo francobollo è un piccolo libro, è come un oggetto a tre dimensioni. Non è mai stato fatto finora, in nessuna parte del mondo”. Così lo presenta Richard Hutten: lo studio che porta il suo nome è stato incaricato di realizzare, insieme all’operatore Tnt, l’esemplare, che misura 3x4 centimetri ed è destinato ad affrancare plichi pesanti fino a mezzo chilo. Quindi, anche un volume.
Fin qui la norma. Ma la carta valore, in realtà, è proprio un opuscolo, che si può sfogliare e leggere. Contiene il racconto di Joost Zwagerman “Wat is erger” (“Cosa è peggio”), un umoristico viaggio nei pensieri di Jelmer Verhooff, il responsabile di un museo che ha appena danneggiato il più importante dipinto della collezione. Un altro lavoro dello stesso Zwagerman, intitolato “Duel”, è il libro regalo del salone 2010.
L’impegno non è finito qui: numerose altre edizioni sono state posizionate per formare la scritta “Boekenweek” (“Settimana del libro”), grande 3x4 metri. La fotografia dell’insieme, scattata dall’alto per dare l’idea della profondità, è stata impiegata per la vignetta.
Casi del passato in qualche modo paragonabili -ma solo per il microtesto- giungono da Grecia (1,20, due esemplari da 2,00, 2,40, 2,50 e 4,00 dracme del 22-24 settembre 1954 per il ricorso all’Onu sulla questione di Cipro), Regno Unito (45 pence del 2 ottobre 2001 nel centenario dei Nobel) ed Ungheria (i 64 esemplari da 50 fiorini del 24 settembre 2004 con la breve storia nazionale degli scacchi).