La serie ha colpito di certo il cinquantaquattrenne Giordano Redaelli, che poi l’ha reinterprata a modo suo. È la statunitense “Bandiere storiche”, uscita il 7 aprile 1968 ed articolata in dieci esemplari da 6 centesimi. Fogli interi, centinaia di francobolli, che riproducono il drappo scelto nel 1776 dal forte Moultrie rappresentano l’inconsueto sfondo fotografico per il suo ritratto di John Fitzgerald Kennedy o per una parte della Statua della Libertà. Quest’ultimo soggetto è stato terminato impiegando un’altra carta valore, nel caso specifico caratterizzata dal panno che tra il 1795 e il 1818 sventolava sul forte Mac Henry.
Le opere, rispettivamente intitolate “Kennedy 1”, “Liberty 1”, sono osservabili fino al 5 aprile nel percorso “L’importanza delle piccole cose”, ospitato presso la Fondazione D’Ars Oscar Signorini onlus di Milano (via Sant’Agnese 12/8, ingresso libero, visitabile da lunedì a giovedì nell’orario 15.30-19, venerdì 17-19, apertura serale il giovedì nella fascia 21-23 previa conferma telefonica allo 02.86.02.90).
Ma il particolare per i dettagli ripetuti all’infinito si ritrova anche in altre situazioni, dove Giordano Redaelli impiega etichette dell’acqua minerale, confezioni di anticoncezionali, di dolciumi ed altro ancora. “Le mie opere -spiega l’autore a «Vaccari news»- utilizzano il packaging, carte di caramelle, etichette, imballi... La packaging-art prende il confezionamento come primo prodotto, come essenza e base dell’opera, ma vi unisce ogni genere di altro materiale al fine di completare, arricchire, dare maggior innesco espressivo al lavoro. Ho cominciato ad utilizzare anche i francobolli perché molti sono delle piccole icone pop che rappresentano in modo eccezionale un preciso momento storico, proprio come avviene per alcuni incarti di prodotti alimentari. I francobolli, come le confezioni, utilizzano una grafica accattivante e sono delle piccole opere d’arte che necessitano del lavoro di diversi professionisti per la loro realizzazione (illustratori, designer, grafici, incisori, stampatori). Utilizzo i francobolli e il packaging in genere come rafforzativo dei concetti che voglio esprimere”.
Li adopera anche per affrancare la posta o si avvale soltanto di e-mail? “Uso prevalentemente la mail, ma quando ho necessità particolari, inviti a mostre, a fiere e a eventi per i miei clienti dell’arredamento... utilizzo volentieri la posta tradizionale, perché il messaggio è più personale e rimane più impresso; il cartaceo (invito più francobollo) diventa un piccolo oggetto da collezione. Quando faccio invii postali utilizzo sempre francobolli commemorativi e sono veramente dispiaciuto dal fatto che la posta prioritaria utilizzi un francobollo poco interessante...”. Se “ricevo una busta con una bella affrancatura, magari con alti valori estetici, la conservo e ne ho una vasta collezione. Ho anche comperato al mercatino. Serbo le buste e le cartoline pure quando c'è un annullo particolare, soprattutto l’ho fatto negli anni passati, ma in realtà la posta viaggiata mi piace tutta e raccolgo anche le rosse”.
Quando ha cominciato a scegliere i francobolli per la sua attività artistica? “Solo ultimamente, anche perché la packaging-art è cosa recente”. Per ora le opere che li utilizzano sono poche, “ma ho altri progetti in corso con francobolli che richiamano le grandi nazioni”. Oltre a Stati Uniti, figurano Cina e Russia.