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editor Fabio Bonacina

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Dalle associazioni di categoria a quelle dei consumatori: le prese di posizione dopo la sorpresa di questa mattina. Nel dibattito entra anche l’ex ministro alle Comunicazioni, Paolo Gentiloni

Si intrecciano le reazioni dopo il provvedimento firmato dal ministro Claudio Scajola
Si intrecciano le reazioni dopo il provvedimento firmato dal ministro Claudio Scajola

Giusto il tempo per esaminare i dettagli e pensare alle conseguenze. E il decreto del ministro Claudio Scajola che taglia le tariffe agevolate finora riconosciute agli editori diventa l’argomento del giorno, fra gli operatori e non.

Stando alle reazioni, quello che più colpisce non è l’esaurimento del fondo economico disponibile (in tempo di crisi, ci si è ormai abituati), ma sono le modalità con cui la scelta -nelle stanze dei bottoni già nota da settimane- è stata annunciata: un decreto datato 30 marzo, pubblicato nella “Gazzetta ufficiale” del 31 (ma il testo ieri notte non era ancora on-line, figurarsi la versione cartacea) ed operativo dall’1 aprile. Insomma, la solita rincorsa all’italiana.

Se la Fieg è intervenuta ieri usando i condizionali, oggi -a provvedimento formalizzato- è il turno dell’Associazione italiana editori. “Siamo profondamente indignati -ha commentato il presidente, Marco Polillo- per un provvedimento improvviso, non annunciato e che per la sua applicazione immediata sconvolge tutte le pianificazioni commerciali del mondo dell’editoria libraria”. “Al di là del merito e delle ragioni dell’iniziativa siamo allibiti del fatto che in nessuna occasione né Poste, né gli organi istituzionali competenti ci abbiano dato la minima indicazione di una decisione imminente e sconvolgente per il nostro settore. Le ricadute saranno pesanti non solo in termini economici per la vita delle case editrici, ma anche per la cultura e l’informazione del Paese: il canale postale è infatti uno strumento fondamentale di diffusione dei libri, soprattutto in quelle zone d’Italia non servite da librerie”. “Risulta quindi indispensabile -ha concluso Polillo- un ripristino immediato delle tariffe agevolate e un’apertura del dialogo per l’individuazione di soluzioni sostenibili per tutti i settori interessati”.

Sul fronte dei consumatori, si fa notare l’Adiconsum. “Non ci meraviglia -dice il segretario generale, Paolo Landi- che i fondi destinati alle agevolazioni abbiamo «splafonato». Ciò che è inaccettabile è la risposta del Governo che ha abolito di colpo tutte le tariffe postali agevolate”. Il sodalizio “propone che siano cancellate dalle agevolazioni tutte quelle pubblicazioni di carattere commerciale, poiché tali agevolazioni non sono altro che incentivi alla pubblicità. Vanno, invece, salvaguardate le riduzioni per tutte quelle pubblicazioni culturali e di informazione che rappresentano e promuovono un bene sociale”.

“Silenzioso colpo di mano” del Governo: sono i termini impiegati dal Forum nazionale del terzo settore. “Auspichiamo -afferma il portavoce, Andrea Olivero- che venga immediatamente avviata la verifica di tali disponibilità finanziarie e che non venga quindi a decadere l’unico sostegno di cui gode l’editoria del terzo settore, uno tra i segmenti più importanti della comunicazione sociale del nostro Paese”.

Di brutto pesce d’aprile parla l’ex ministro alle Comunicazioni (ora responsabile comunicazioni del Pd), Paolo Gentiloni. “Il governo non può togliere dalla sera alla mattina un’agevolazione su cui contano circa 8.000 testate. Le conseguenze sarebbero inaccettabili innanzitutto per migliaia di giornali e di periodici locali, no-profit e diocesani che su queste agevolazioni costruiscono da anni i loro bilanci”. Al tempo stesso, ricorda che nel passato Poste italiane aveva confermato i trattamenti preferenziali anche di fronte al ritardo nel pagamento dei contributi.




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