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editor Fabio Bonacina

27348 news from 8/3/2003

Il gruppo guidato da Massimo Sarmi svela nei dettagli la situazione registrata durante il 2009. A calare risultano soprattutto il corriere ordinario e quello commerciale

“Il perdurare della fase recessiva avviatasi nel 2008 ha determinato un ulteriore calo dell’attività economica in tutti i settori dell’economia reale anche nel 2009, investendo il mercato postale, già fortemente contratto e soggetto all’inasprimento della concorrenza per effetto del graduale processo di liberalizzazione”.

A dirlo è Poste italiane, che -con l’approvazione del documento da parte dell’assemblea degli azionisti, avvenuta il 4 maggio- ha reso pubblico il quadro di come sono andate le cose l’anno scorso. Certo non bene, almeno se si considera lo storico ambito di lavoro della società.

D’altro canto -è la sottolineatura- “l’industria postale a livello internazionale segna una grande trasformazione e i volumi dei servizi postali tradizionali sono destinati a un lento declino”. Il 2009 ha registrato un arretramento nei volumi dei prodotti postali; questi si attestano a 5.883 milioni di invii contro i 6.529 milioni contabilizzati nel 2008 (-9,9%). A calare sono soprattutto la posta indescritta, che ha annotato un -12,3% (in valore assoluto, sono 391 i milioni di invii persi), e la commerciale (direct marketing, con 179 milioni di pezzi in meno pari al 12,5%, e non indirizzata, che decresce di 11,55 milioni cioè dell’1,9%), la cui diminuzione è stata del 9,4% (-191 milioni di oggetti).

I ricavi da mercato, non comprensivi delle integrazioni tariffarie per l’editoria e per le campagne elettorali, ammontano a 3.852 milioni, contro i 4.045 del 2008 (-4,8%).

La discesa dei volumi per la posta indescritta ha inciso sull’andamento degli incassi, che diminuiscono del 12,9% passando da 1.984 a 1.728 milioni in dodici mesi.

Positivo, invece, il comparto della posta descritta; ottiene un aumento del fatturato pari al 6,5% (+67 milioni di euro) in presenza di una sostanziale tenuta dei volumi (-0,2%, corrispondente a 481mila plichi in meno rispetto ai valori 2008). “Tale risultato -precisa la società- si è determinato grazie al diverso mix di prodotto che si è sviluppato nel corso dell’anno e alle intervenute modifiche alla struttura tariffaria conseguenti l’entrata in vigore del decreto del ministero dello Sviluppo economico del 19 giugno 2009, che ha disciplinato la nuova offerta di posta raccomandata e posta assicurata”. In pratica, grazie agli aumenti del listino.

C’è anche un mutamento nella richiesta del pubblico, frutto delle promozioni e dell’azione... dissuasiva svolta agli sportelli. Le maggiori vendite di “raccomandata1”, la cui crescita è stata sostenuta dall’aumento degli uffici abilitati, “hanno compensato la perdita dei volumi dei prodotti registrati più tradizionali (raccomandata e assicurata), determinando un beneficio incrementale sul fatturato in ragione di tariffe unitarie maggiori”.

Un “positivo apporto” è giunto dai servizi integrati per la notifica degli atti amministrativi e delle cartelle esattoriali, che ha registrato un incremento del 56,9% sui volumi (+26 milioni di invii) e del 19,8% sugli introiti (+43 milioni di euro) rispetto al 2008, “grazie alle maggiori spedizioni” delle cartelle esattoriali e degli invii raccomandati “Sin” (servizio integrato notifiche).

Minori i ricavi nei supporti digitali e multicanale, e questo “per effetto della fisiologica riduzione dei servizi più tradizionali come il telegramma e il certofax”. Nel suo complesso, il settore vede ridotto il fatturato del 5,2% (pari a quasi 5 milioni di euro), a causa di un decremento nei volumi accettati del 10,7% (-1,90 milioni di invii) rispetto al 2008.

Anche durante il 2009 è stato confermato il trend: la comunicazione epistolare cartacea arranca…
Anche durante il 2009 è stato confermato il trend: la comunicazione epistolare cartacea arranca…



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