daily news magazine
editor Fabio Bonacina

27232 news from 8/3/2003

Silvio Berlusconi ha firmato il decreto-legge. Tra le conseguenze, l’ente di previdenza del gruppo Poste confluirà nell’Inps. Tolti i finanziamenti statali a 232 realtà; fra esse figura l’Istituto di studi storici postali

Almeno due le conseguenze postali presenti nel decreto-legge
Almeno due le conseguenze postali presenti nel decreto-legge

Il testo definitivo è al Quirinale, ma ora palazzo Chigi conferma: il presidente del Consiglio dei ministri, Silvio Berlusconi, ha firmato il decreto-legge “recante misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica”. Cinquantaquattro articoli e due allegati (stando alla versione che circola in questo momento, frutto di successive messe a punto) che introducono numerose novità.

Almeno due delle quali toccano il settore. Una è l’abolizione dell’Ipost, l’ente di previdenza del gruppo Poste italiane che -secondo gli ultimi dati resi noti, aggiornati al 31 dicembre 2007- eroga pensioni a 126.898 ex lavoratori e vede iscritti al fondo 147.726 dipendenti con contratto a tempo indeterminato. Secondo il provvedimento, “al fine di assicurare la piena integrazione delle funzioni in materia di previdenza e assistenza, ottimizzando le risorse ed evitando duplicazioni di attività”, viene soppresso e le relative funzioni trasferite all’Inps, sottoposto alla vigilanza del ministero del Lavoro e delle politiche sociali.

“L’Ipost -si legge in un recentissimo rapporto del ministero all’Economia e alle finanze- ha registrato alla fine di dicembre 2009 un fabbisogno complessivo pari a 805 milioni, a fronte dei 728 milioni di fabbisogno del 2008. In particolare, l’Istituto ha incassato contributi per 1.535 milioni circa (contro i 1.485 milioni del 2008) ed ha sostenuto una spesa per prestazioni istituzionali pari a 2.305 milioni (contro i 2.200 milioni circa del corrispondente periodo 2008). Le contenute variazioni registrate in termini di contributi e di prestazioni spiegano sostanzialmente il peggioramento di fabbisogno (+77 milioni) rispetto all’analogo periodo del 2008”.

A decorrere dalla data di entrata in vigore del disposto, ed è la seconda notizia, “lo Stato cessa di concorrere al finanziamento degli enti, istituti, fondazioni e altri organismi” di cui all’elenco annesso alla manovra. Nella lista di 232 voci, accanto a realtà come il Centro italiano di ricerche aerospaziali, il Comitato nazionale “I Trattati di Roma”, l’Accademia filarmonica di Bologna, il Centro camuno di studi preistorici a Capo di Ponte, la Fondazione Arena di Verona, la Società chimica italiana, figura l’Istituto di studi storici postali di Prato. Il medesimo articolo prevede un fondo destinato “all’eventuale erogazione di contributi” in favore degli stessi soggetti “che ne facciano documentata e motivata richiesta”. L’assegno verrebbe disposto con decreto del presidente del Consiglio dei ministri, di concerto con il ministro dell’Economia e delle finanze.




Copyright © 2024 - 2003 Vaccari srl
tutti i diritti riservati
realizzato a partire dal mese di marzo 2003
registrazione Tribunale di Modena n.1854 del 4 dicembre 2007
direttore responsabile Fabio Bonacina
responsabile editoriale Valeria Vaccari
redazione e ufficio stampa Claudia Zanetti
Vaccari srl - Via M. Buonarroti, 46
41058 Vignola (MO) - Italy
Tel (+39) 059.77.12.51 - (+39) 059.76.41.06
Fax (+39) 059.760157
Cap.Soc. euro 100.000 i.v.
Registro delle Imprese di Modena n. 01917080366
P.IVA IT-01917080366
Il programma per la gestione di Vaccari news è stato appositamente creato e reso funzionante da fabioferrero.it.
Tutto il contenuto di questo sito, incluse le pagine html e le immagini, è protetto da copyright. In caso di pubblicazione e/o riferimenti si prega di citare sempre la fonte e di avvisare la redazione: info@vaccari.it
Vaccari srl non si ritiene responsabile di eventuali errori di collegamento nei link proposti, che vengono verificati solo all'atto dell'inserimento. Sarà gradita la comunicazione di eventuali cambiamenti per poter aggiornare i dati.