Mentre nel corso della mattinata puntualmente sono state aggiornate le pagine del sito di Poste italiane riguardanti la nuova organizzazione del corriere espresso, entrata in vigore questa mattina, appare “dimenticata” la pagina del fermoposta.
Perché anche questo strumento oggi è aumentato, e non di poco: di oltre undici volte, passando da 26 centesimi a ben 3,00 euro, pagabili come sempre dal mittente o dal destinatario. Un approccio simile -di fatto volto a scoraggiare il supporto- era stato registrato alla fine dell’anno scorso con i noli delle caselle postali.
Il fermoposta, che quindici anni fa ha ispirato il titolo di un film di Tinto Brass, serve per ricevere presso gli uffici postali abilitati la corrispondenza, dall’Italia o dall’estero. Occorre essere maggiorenni e -precisano da Poste italiane- “chiedere al mittente di scrivere sulla busta il vostro nome o il numero di un vostro documento d’identità, aggiungendo fermoposta nonché il codice di avviamento postale e l’esatta denominazione dell’ufficio postale da voi scelto per il ritiro”.
Per avere quanto arrivato, occorre presentare il documento. La corrispondenza rimane giacente fino a trenta giorni; oltre questo termine, è restituita al mittente se ha indicato il proprio indirizzo.
Il fermoposta viene usato anche dai collezionisti, soprattutto con i dispacci speciali.
Aggiornamento del 14 settembre 2010: solo oggi nel sito della società è stata introdotta la nuova tariffa.