È finito persino alla Camera dei deputati il caso registrato a Longobardi (Cosenza) e in particolare nella frazione di Marina. A sollevarlo è stato Francesco Laratta (Pd).
Gli abitanti -scrive l’onorevole- lamentano, da mesi, disservizi nella consegna della corrispondenza, “che avveniva inizialmente con frequenza settimanale o quindicinale”. Poi, la situazione è peggiorata, in quanto il portalettere ha subìto un sinistro stradale e nessuno si è più presentato per recapitare lettere e fatture. E quando ciò avviene, lo è “comunque in tempi e modi notevolmente difformi dal rispetto del servizio pubblico”.
Il problema è più generale, poiché “si assiste da anni ad una apertura programmata degli sportelli postali e ad una chiusura completa che, in taluni casi, si protrae anche per diversi giorni provocando gravi disagi ai cittadini, gettando gli utenti dell’area nel caos considerando che stiamo parlando di una zona popolata da circa 2mila abitanti nel periodo invernale, cifra che triplica durante la stagione estiva, con scuole, attività commerciali ed imprenditoriali in crescita”.
Rimanendo chiuso a giorni alterni, “molto spesso gli ufficiali, che si avvicendano frequentemente, rifiutano i depositi di somme ingenti” costringendo l’utenza a servirsi di altre sedi.
E poi si palesa “il rischio della chiusura completa se la posta non «produce» in termini di budget”. Ancora una volta, viene additata come presumibile causa “la riorganizzazione di Poste italiane, che ha comportato una riduzione notevole del personale”.
L’interrogazione a risposta in commissione è stata annunciata il 17 giugno ed è ancora priva di replica da parte del ministro allo Sviluppo economico.
Allo stesso tempo, il sindaco, Giacinto Mannarino, ha diffidato la società “a riprendere il servizio e a consegnare la posta”.
L’azienda -per la penna del responsabile dell’area logistica territoriale Calabria, Ciro Petrosino- ammette ma rilancia, individuando altre responsabilità. “Si sono registrati dei ritardi nel servizio di recapito durante il periodo in cui il portalettere titolare della zona è stato assente per malattia ed è stato sostituito da un’altra risorsa con una minore esperienza del territorio comunale. Tale descritta difficoltà, peraltro, è stata acuita dalla carente toponomastica. Al riguardo, pur confermando che nonostante la mancanza dei presupposti necessari per effettuare il servizio di recapito, quali esattezza del nominativo del destinatario, presenza delle cassette domiciliari, esattezza del numero civico, i portalettere di Poste italiane pongono sempre il massimo impegno nell’effettuare la consegna puntuale della corrispondenza, talora, in concomitanza dell’avvicendamento di operatori diversi, possono verificarsi ritardi”.