“Oltre 350 opere tracciano un percorso che va dall’antichità alla vigilia del 1861 attraverso le capitali pre-unitarie: Torino, Firenze, Roma, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Napoli e Palermo”. È uno dei passaggi che intendono promuovere la mostra “La reggia d’Italia - La bella Italia - Arte e identità delle città capitali”, prestigioso allestimento in programma a Venaria Reale (Torino) dal 19 marzo all’11 settembre. Parecchie settimane prima dell’inaugurazione già fa parlare di sé per una svista. A segnalarla è stato il senatore modenese Carlo Giovanardi; un mese fa ha scritto ai presidenti della Repubblica Giorgio Napolitano, del Comitato “Italia 150” (e governatore della Regione Piemonte) Roberto Cota, al garante delle celebrazioni Giuliano Amato e al ministro per i Beni e le attività culturali Sandro Bondi. “Nella reggia di Venaria Reale a Torino -dice il sottosegretario con le lettere- è prevista una mostra celebrativa delle città che nella nostra storia ebbero il rango di capitale”, ma nella lista “non sono state inserite Modena e Parma”. Per questo ha domandato un intervento, senza peraltro ottenere risposta, così da indurre i curatori “a porre nel giusto rilievo la storia di queste due capitali” e dei relativi Stati, “i cui cittadini, con un plebiscito, decisero di sciogliere per contribuire a fare l’Italia”. Da qui, ieri, la conferenza stampa alla prefettura di Modena, alla quale hanno partecipato numerosi rappresentanti culturali e amministrativi delle due città. “Sostenere -riporta l’Ansa- che Modena e Parma, con la loro plurisecolare storia, e con il ruolo che hanno avuto nel Risorgimento, oltre alle capacità culturali, artistiche e architettoniche che hanno portato, non siano degne di essere menzionate, è un vulnus assolutamente inaccettabile... E un errore storico”. Ora è stato inviato un ulteriore appello direttamente al presidente del comitato curatoriale, Antonio Paolucci. All’incontro ha partecipato anche il presidente della Vaccari srl, Paolo Vaccari. “Si sta facendo -dice- troppa semplificazione, con il rischio di raggiungere conclusioni errate. Ad esempio, è sbagliato definire il 2011 centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia: mancavano, ad esempio, Venezia e Roma; l’unificazione è stata raggiunta perlomeno nel 1918, con Trento e Trieste; qualsiasi collezionista di francobolli ha ben chiara l’evoluzione storica. A rigore, sarebbe improprio celebrare persino il centocinquantesimo dalla proclamazione del Regno (come invece figura nel programma delle emissioni diffuso da Poste): il 17 marzo 1861 Vittorio Emanuele II accettò la corona diventando, di fatto, re d’Italia”.
Torino dimentica Modena e Parma
05 Gen 2011 10:34 - NEWS FROM VACCARI
Iniziativa di Carlo Giovanardi affinché la mostra venga integrata prima che apra. E Paolo Vaccari aggiunge: “Il 17 marzo 1861 non fu unita l’Italia”