La storia della posta nel Ducato, partendo dalla situazione economica e politica dei tempi. È questo l’approccio dato da Paolo Vaccari, ieri sera, durante la sua conferenza tenuta al club Zetadue e intitolata “I francobolli a Modena 1852-1860”.
L’esperto ha illustrato le cartevalori e alcune delle affrancature più interessanti, sulla base dell’opera “Modena 1852-2002 - 150° anniversario dei francobolli estensi”, pubblicata durante la mostra del secolo e mezzo.
Tra gli aspetti che più hanno toccato la platea figurano il carteggio dell’importatore di marmi Vito Viti (considerato fra i più cospicui ritrovamenti di antichi francobolli europei mai avvenuto), la scelta di tassare giornali e gazzette estere per disincentivarne l’acquisto e quindi la lettura, le varietà dagli esiti buffi causate con la composizione tipografica.
Nel dibattito successivo i presenti hanno voluto capire l’incidenza del costo della posta a metà dell’Ottocento. Questa -ha ricordato Paolo Vaccari- aveva un onere elevatissimo, basti pensare che spedire una lettera ordinaria da 8,75 grammi entro le dieci leghe (74,5 chilometri) costava 5 centesimi e con 1 lira si comprava un quintale di frumento, pari al fabbisogno di una famiglia di cinque persone per un mese.
L’incontro era inserito tra gli appuntamenti culturali mensili “Modena: realtà di storia e incantesimi dell’arte”, curati da Anna Maria Nalini Setti.