Gli aspetti formali, per una volta, sono stati evitati. Non vi sono buste, carta da lettera, né tanto meno francobolli o timbri. Persino l’indirizzo è indefinito, perché “Lettere al di là del muro” raccoglie missive immaginarie “di bambini che scrivono ad altri bambini. Piccoli nati dalla parte sbagliata e povera del Muro (e del mondo) che raccontano ai loro coetanei israeliani e europei come vivono, quali speranze hanno e che futuro immaginano per loro”. Le risposte potranno far sorridere, stupire, riflettere o rattristare, perché “i bambini sono tutti uguali, vogliono vivere e crescere in pace, giocare, divertirsi”.
Firmata da Stefano Apuzzo, Serena Baldini e Barbara Archetti, la raccolta (168 pagine, 12,00 euro, edizioni Stampa alternativa - Nuovi equilibri) nasce dall’esperienza degli operatori della onlus Vento di terra, impegnati in Palestina a supporto di due campi profughi di Shu’fat (Gerusalemme Est) e Kalandia (Ramallah). Sotto la forma della testimonianza epistolare, intende “dare voce alle vittime inconsapevoli del conflitto che da troppo tempo affligge il Medio Oriente”.
“Gli autori -precisa Serena Baldini- di fatto sono i bambini, noi abbiamo curato il libro”. La quarantina di missive scelte racconta del sogno, della vita quotidiana nei centri, della paura. “L’idea è che si sta scrivendo a qualcuno... Abbiamo dato la possibilità di mettere delle parole da indirizzare in senso generico, così il messaggio passa con più facilità”. I piccoli autori -aggiunge Stefano Apuzzo- “raccontano direttamente cosa fanno, come vivono, cosa vorrebbero fare, senza coloriture politiche. Il desiderio è di tradurre il libro in ebraico ed arabo e portarlo là”, affinché le lettere “arrivino anche ai bambini di Israele”.