Il 5 maggio del 1862 il Parlamento del Regno d’Italia approvava la legge postale nazionale. In quegli anni, le Poste “hanno contribuito al formarsi della Nazione, dello Stato, allo sviluppo sociale, economico e culturale del Paese. Hanno aiutato gli italiani a comunicare tra loro, a conoscersi, a scrivere e ad acquisire una lingua comune. Con il vaglia, hanno favorito le transazioni commerciali e i pagamenti, anticipando i moderni sistemi di trasferimento di denaro. Con i libretti di risparmio postale e con i buoni postali fruttiferi hanno educato al risparmio milioni di italiani, contribuendo al finanziamento di opere pubbliche. Con i propri palazzi e con le opere d’arte che vi sono accolte, hanno impreziosito il patrimonio artistico e architettonico” delle città. Si snoda da qui, tra “foto, filmati, opere d’arte, beni architettonici, documenti, pubblicazioni e strumenti di lavoro, il racconto di un’azienda che ha più di 155 anni di storia”.
Annota anche questo l’articolo di tre pagine che, sul numero di aprile della rivista “Sport club”, Marco Oddino dedica all’Archivio storico di Poste italiane. Ora la struttura è aperta al pubblico su appuntamento presso lo stesso immobile che accoglie il Roma Nomentano, in piazza Bologna 39 della capitale (news precedente).
Sapendo che la società “ha un patrimonio di bellezza che non può restare chiuso in un magazzino, in un archivio, in un cassetto, nella cartella di un computer”; per questo “sta puntando molto sulla valorizzazione e sulla condivisione di un patrimonio così speciale, così importante, con iniziative editoriali, visite guidate negli edifici storici, esposizioni fotografiche, produzione di documentari” (fine).