Seconda consultazione pubblica, da parte dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, riguardante la definizione delle modalità tecniche e operative per rendere certa la data di spedizione delle fatture da parte dei gestori di servizi di pubblica utilità alla clientela, scelta prevista dalla legge di bilancio del 2018 (è la 205 datata 27 dicembre 2017, articolo 1 comma 9). L’esigenza -viene spiegato- è individuare “soluzioni effettivamente rispondenti alle finalità sottese all’intervento del legislatore e pienamente rispondenti alle esigenze di tutela degli utenti”. Da qui l’ulteriore ipotesi, che si aggiunge alle precedenti tre alternative, già esaminate e alla fine ritenute non adeguate e troppo costose. È sintetizzata nel prologo che porta alla domanda cui tutti gli aventi interesse possono rispondere entro il 13 aprile. Tenuto conto -annota l’Agcom- che “il fenomeno del ritardato/mancato recapito delle fatture nell’ultimo biennio risulta essere stato piuttosto contenuto”. L’idea consiste nel porre in capo agli operatori postali l’obbligo, nell’ambito della risposta ad un reclamo dell’utente o di una procedura di conciliazione, di fornire informazioni dettagliate, sia all’interlocutore, sia al gestore del servizio di pubblica utilità, sull’intera tracciatura dell’invio. “Vale a dire una chiara rappresentazione cronologica delle operazioni e delle fasi che si concludono con il recapito della fattura/bolletta”. Contemporaneamente, vengono prorogati di altri sessanta giorni i termini per chiudere il faldone.
Sulle fatture Agcom rilancia
21 Mar 2019 16:10 - NEWS FROM ITALY
Raccolte le riflessioni emerse da una prima consultazione pubblica, il Garante ha definito un’ulteriore ipotesi ed ora chiede pareri