Se Aidone sta ospitando una mostra dedicata alla Sicilia, Fernando Caboni, Giancarlo Caddeo, Giuseppe Di Bella e Giovanni Licata firmano la guida “Storia delle comunicazioni postali nell’isola di Sardegna”, in vendita a 18,00 euro. Si tratta -lo specifica il sottotitolo- di un catalogo che repertoria e valuta le impronte e gli annullamenti impiegati fra il 1792 ed il 1920.
“Apparentemente marginale sul piano della storiografia aulica -anticipa, dall’Università degli studi di Cagliari, Giovanni Murgia- tale filone di indagine si manifesta invece di una straordinaria valenza testimoniale per allargare lo spettro delle conoscenze sulle dinamiche che sul piano spaziale e temporale hanno segnato i diversi percorsi di crescita e di sviluppo della società sarda, dall’età spagnola a quella sabauda fino a quella unitaria italiana”.
“Abbiamo ritenuto necessario -scrivono, da parte loro, gli autori- fornire agli appassionati e ai cultori di storia postale un aggiornamento effettuato sulla base dei ritrovamenti di impronte non ancora conosciute e sui riscontri effettuati attraverso la consultazione delle maggiori collezioni”. Riunendo “per la prima volta in un unico catalogo la classificazione di tutte le impronte”.
In realtà, la parte dedicata all’inventario occupa le ultime cinquanta pagine. Le restanti (e complessivamente sono 152, con illustrazioni in bianco e nero) vengono dedicate agli approfondimenti. Tra i temi affrontati, il servizio postale fino all’era moderna, le impronte prefilateliche, la riforma del 1849-1850, i passaggi successivi tra collettorie, numerali, annulli a doppio e grande cerchio, il tondo riquadrato, i bolli di emergenza. I due ultimi capitoli riguardano i trasporti via mare e strada ferrata.
Le valutazioni, definite avendo alle spalle un’esperienza ventennale, sono espresse in punti ed ancorate all’euro. Variano, tuttavia, in funzione dello specifico àmbito.