In genere, i filatelisti interessati alle corrispondenze dei prigionieri di guerra puntano agli aspetti postali, selezionando il materiale per esercito, formazione, campo od ufficio. L’approccio di Vitoronzo Pastore, egli stesso collezionista, è stato differente: forse per la sua esperienza professionale come paramedico, ha preferito puntare alle persone. Il libro “Dietro il filo spinato - Documenti e testimonianze dei soldati italiani prigionieri degli alleati e internati dai tedeschi 1940-1945” è sì organizzato cronologicamente, ma all’interno di tale impostazione punta spesso e volentieri la lente sulle singole vittime (in maggior parte nate nel 1920 ed originarie della provincia di Bari). Offrendo al lettore l’involucro di qualche corrispondenza e brani di essa, e poi cenni biografici, gli atti di detenzione, magari delle foto ed ospitando in alcuni casi degli interventi recenti dello stesso ex militare rintracciato.
Il frutto di una storia cominciata all’incirca trent’anni fa… “Ho iniziato -spiega l’autore nell’introduzione- a selezionare i documenti, a suddividerli, a catalogarli, con l’obiettivo di accostare sempre alla voce viva delle lettere, la testimonianza fredda e razionale dei documenti, in cui la vita di un uomo si riduce ad un numero, ad una data, ad una causa di decesso. Ho cercato di restituire, attraverso quelle carte corrose dal tempo, il volto e l’anima di quegli uomini che le scelte irresponsabili di un governo e di una classe dirigente portarono dietro le sbarre ed il filo spinato, precipitando l’Italia in una immane catastrofe”.
Il volume conta 608 pagine con numerosissime immagini a colori o in bianco e nero; è edito da Suma e costa 35,00 euro. Il ricavato dalla vendita, salvo una parte delle spese, sarà devoluto alla sede pugliese dell’Associazione nazionale genitori soggetti autistici.