Si apre con la censura, ad essere precisi… censurata, l’ultimo numero, il sesto, della nuova serie di “Storie di posta”. L’intervento, dovuto a Beniamino Cadioli, si occupa della Guerra italo-etiopica del 1935-1936, letta appunto attraverso i controlli effettuati sulle corrispondenze. Dal XX secolo si scende al XVII con Massimo Leone e Clemente Fedele, autori degli approfondimenti su Carlo Borromeo, “leggendo” il santo ed il periodo in cui ha vissuto attraverso più punti di vista.
Nelle 112 pagine illustrate a colori (14,00 euro), si alternano anche altri specialisti, ognuno posando la lente su un aspetto specifico: dall’attendibilità dei dati (di Franco Filanci) al gestore provinciale dei depositi vari (Luigi Ruggero Cataldi), dalle lettere ottocentesche (Riccardo Ajolfi) alle rubriche (diverse le firme presenti).
Dietro, l’ottimismo dello stesso Filanci, che presiede l’Accademia italiana di filatelia e storia postale, la struttura alla base del semestrale. Il quale sostiene nell’editoriale che “il francobollo e l’intero mondo della posta hanno tutti i numeri per continuare a interessare i collezionisti… Occorre semplicemente farli conoscere ai più giovani e dar loro una nuova immagine presso i meno giovani”. Però, è necessario credere… “Credere nel francobollo come documento ufficiale e storico, smettendola una volta per tutte di trattarlo come una figurina da sistemare nell’album”. Al tempo stesso -aggiunge il direttore responsabile, Paolo Deambrosi, nel suo intervento- bisogna “che chi ha maggiori interessi commerciali comprenda la necessità di aiutare (magari anche attraverso una fondazione), promuovere e sponsorizzare l’editoria perché la filatelia… per vivere deve passare tramite la cultura, lo studio e gli approfondimenti”.