Gli Stati generali della filatelia? “Viene istintivo prevedere tante belle chiacchiere e come sempre un nulla di fatto. Dovuto essenzialmente all’assenza di un briefing preciso, per cui tutte le idee possono essere buone e allo stesso tempo poco utili”. È una delle riflessioni che il presidente dell’Accademia italiana di filatelia e storia postale, Franco Filanci, ha vergato per l’editoriale di “Storie di posta”. Ossia del semestrale firmato dalla stessa Accademia ed ora uscito con il numero 7, edito da Unificato (112 pagine a colori, 14,00 euro).
Altre considerazioni sono suggerite da Enrico Veschi (riguardano le troppe emissioni) e dal direttore responsabile Paolo Deambrosi (la crisi), mentre gli approfondimenti sono demandati a Raffaele Diena (che si concentra sui dettagli tecnici dei francobolli napoletani), Clemente Fedele e Francesco Luraschi (la stamperia lombardo-veneta), Michele Caso (il conte Ambjörn Sparre), ancora Veschi (il cassiere provinciale), Enrico Bertazzoli (i telegrammi-treno), Luigi Ruggero Cataldi (le sanzioni interne al servizio postale), Italo Robetti e Achille Vanara (un bollo di tre secoli fa). Al solito, la pubblicazione si completa con le rubriche, inerenti cronache, novità, segnalazioni anche bibliografiche.
E le indicazioni di Filanci? “Certo, i risultati non sarebbero immediati”, conclude l’esperto, dopo aver dettagliato le sue idee. “Ma duraturi sì”.