Dal 1684 al 1730, più o meno la fase in cui Vittorio Amedeo II ha regnato. È l’arco temporale inerente la seconda parte del lavoro con cui Italo Robetti ed Achille Vanara stanno raccontando “La comunicazione epistolare da e per Torino” (263 pagine, 25,00 euro, Associazione nazionale collezionisti annullamenti italiani).
“Un periodo forse più interessante, quello legato ad una delle personalità che ha dato maggior lustro alla storia di casa Savoia”, anticipano gli autori riferendosi al sovrano. Il ruolo del personaggio è indiscusso, d’accordo, ma non bisogna dimenticare lo straordinario succedersi degli avvenimenti storici che si collocano tra i secoli XVII e XVIII, “particolarmente arricchito dai mutamenti nell’ambito della organizzazione e della amministrazione della «posta delle lettere negli Stati al di qua del mare»”. I documenti provano i fatti: come duca, nel 1698 introdusse i primi tariffari per le missive; come monarca di Sicilia, nel 1718 emanò il primo editto organico sulle Poste; come re di Sardegna, nel 1720 fece approvare il testo definitivo che rimase in vigore sino al 1772.
Il copioso materiale rappresentato (le illustrazioni, a colori, sono oltre 450) proviene principalmente dall’Archivio di stato della città subalpina; fra gli argomenti sollevati, gli interventi diffusi dal magistrato della Sanità in occasione di epidemie e pandemie per la loro ricaduta sulle corrispondenze, quali la profumazione esterna o interna, la “fumigazione” e l’esposizione al calore. Da segnalare le tabelle finali, soprattutto quelle dedicate alle tassazioni.