Verde, fuliggine, turchino, rosso ed arancio. Sono le tinte che il regio decreto del 29 dicembre 1857 prevedeva per la Quarta emissione di Sardegna, destinate rispettivamente al 5, al 10, al 20, al 40 ed all’80 centesimi.
Almeno in teoria perché, come gli appassionati sanno, le variazioni riscontrate dal vero risultano numerose. Da qui lo studio di Antonello Cerruti “I colori dei francobolli della Quarta emissione del Regno di Sardegna” (22 schede con immagini in quadricromia, 50,00 euro).
Le cartevalori rimasero in circolazione per otto anni e mezzo e, ad ogni richiesta di fornitura, lo stampatore, Francesco Matraire, cercava, miscelando le tinte primarie, di ottenere lo stesso risultato, ma l’esito era più o meno differente, contribuendovi la presenza di pigmenti estranei e le tracce di sporco. Senza trascurare -per un’analisi attuale- il passare del tempo e magari l’imperfetta conservazione. Tutti elementi che hanno generato appunto una molteplicità di gradazioni, la cui rarità varia. Per esempio, del taglio più economico l’autore ha individuato otto alternative databili al 1855, nove al 1857-1858, sette al 1859, quattro al 1861, cinque al 1862 e tre al 1863! Sapendo che “è normale trovare -in un foglio ma anche in un blocco e persino in una coppia- esemplari di colori dissimili”.