Vista dai collezionisti, la presenza del Bel Paese in Eritrea, Etiopia e Somalia non ha più segreti. Questo grazie al secondo volume, che completa il lavoro, intitolato come il precedente “L’Italia in Africa Orientale - Storia, posta, filatelia”. Mentre il primo si sofferma su Eritrea e Somalia dall’inizio al 1935, l’ultimo tratta la conquista dell’Etiopia, l’Impero e come furono vissute localmente la Seconda guerra mondiale e la fase immediatamente successiva.
L’obiettivo -ha detto uno dei due autori, Bruno Crevato-Selvaggi- è raccontare la storia attraverso la posta e la filatelia, basandosi sulle regolamentazioni. Perché deve essere utile “sia allo studioso di storia postale attento soprattutto alle normative e alle modalità di funzionamento del servizio, sia al collezionista interessato in modo particolare agli uffici, ai loro bolli e ai francobolli”. Da qui un apparato rigoroso, associato ad una bibliografia commentata e all’indice analitico. Un lavoro cominciato trent’anni fa, ha aggiunto l’altra firma, Piero Macrelli. Arrivando a raccogliere 1.343 immagini e 1.972 impronte di bolli, riprodotti dopo un’opera di restauro (grazie soprattutto ad Enrico Bertazzoli) per renderli più leggibili. Perché per ogni ufficio, accanto alla relativa cronologia, sono stati raffigurati tutti quelli noti. Tra parte introduttiva, sviluppo ed apparati, si arriva a 592 pagine di formato “A4” con immagini a colori.
Nel prezzo, pari a 60,00 euro, è compreso il più maneggevole “Catalogo dei bolli postali”. In altre 184 pagine illustra tutti quelli noti, con due punteggi di rarità e conseguenti valutazioni.