Il volume è poderoso (conta 492 pagine) e viene 30,00 euro. Per chi fa ricerche, può rappresentare un valido supporto. Nel tempo, l’Istituto di studi storici postali onlus ha riorganizzato il materiale, giacente a Roma presso l’Archivio centrale dello stato. Ne è nato il volume “Direzione generale delle Poste 1861-1878 - Inventario del fondo”, curato da Aldo Cecchi ed uscito dopo la sua morte. Vi hanno contribuito Letizia Anna Mainella e Valentina Stazzi.
Ora tutto il periodo di Vittorio Emanuele II è a disposizione degli interessati. Si tratta di oltre diecimila fascicoli, nel libro listati cronologicamente indicando l’oggetto.
Un inventario -ricorda nella presentazione il sovrintendente Eugenio Lo Sardo- “non è soltanto un mero elenco di pratiche distribuite in fascicoli e buste, ma già di per sé un’opera di carattere storico, perché dà immediatamente la fotografia dell’attività di un’amministrazione in un determinato momento della sua secolare vita”. Il lavoro archivistico -aggiunge il presidente del consiglio di amministrazione dell’Anas (l’azienda ha sponsorizzato il progetto), Gianni Vittorio Armani- “è anche un’occasione di studio per comprendere che ogni momento di trasformazione e di passaggio tra epoche è segnato da incognite ma anche di grandi opportunità”.