I francobolli autoadesivi -perlomeno quelli italiani, perché in altri Paesi hanno trovato la soluzione- creano problemi ai collezionisti di usato, che fanno fatica a staccarli da lettere e cartoline. Prima, però, c’era l’inconveniente opposto, dato dalle cartevalori che, pur inumidite, non aderivano al supporto oppure si scollavano con facilità. Tanto da indurre l’Amministrazione postale a creare procedure, introdurre timbri e formulari per gestire le… orfane. Lo ricorda Franco Filanci in uno degli interventi che caratterizzano il nuovo numero, il quindicesimo, di “Storie di posta”.
Naturalmente, nelle sue 112 pagine “A4” con immagini a colori, il semestrale voluto dall’Accademia italiana di filatelia e storia postale (edito dall’Unificato, costa 18,00 euro), affronta anche altri temi. Si parla del collezionista Marco De Marchi e della sua collezione (lo fa Danilo Bogoni), di telegrammi di lusso ed augurali (nuova tappa, come le precedenti dovuta ad Enrico Bertazzoli e Luigi Ruggero Cataldi), del servizio in Marocco che vide coinvolta pure l’Italia (Valter Astolfi), delle prestazioni in Lombardo-Veneto (Francesco Luraschi), di propaganda in dirigibile (Emilio Simonazzi), di arte nei bolli napoletani (Vito Mancini), di lettere riguardanti il direttore dell’orto botanico di Bologna Antonio Bertoloni (Thomas Mathà).
Non mancano le curiosità (fra cui appunto quella riferita alla gomma), le notizie di cronaca, le librarie.