“Appartiene all’Amministrazione delle Poste la privativa del trasporto per terra e per mare fra i diversi paesi del Regno e fra questo e l’estero, e della distribuzione delle corrispondenze epistolari e delle stampe periodiche nazionali ed estere non eccedenti il peso di 100 grammi”. Comincia così il primo articolo della legge 604 datata 5 maggio 1862 e destinata ad entrare in vigore (lo prescrive l’ultimo articolo, il 49) con l’1 gennaio successivo. È il testo chiave, quello considerato da Gianluigi Maria Forti per il nuovissimo volume “La riforma postale del 1863 nel Regno d’Italia - Leggi, convenzioni, documenti, tariffe” (40,00 euro, edito da Vaccari).
Intende essere -annota l’autore- “un contributo per tutti gli appassionati di storia postale che nell’esaminare compiutamente i documenti vogliono riscontrare le norme utilizzate dagli impiegati postali nel predisporli o nel convalidarli”. “Ora -aggiunge lungo l’introduzione Paolo Vaccari- qualsiasi dubbio sull’argomento trattato può essere risolto con facilità e, cosi facendo, avremo modo di ammirare collezioni ineccepibili sotto il profilo delle regolamentazioni”.
Naturalmente, il volume, con le sue 272 pagine “A4” e dalle illustrazioni a colori, inquadra il disposto nel contesto storico e tecnico. Parte dalla legislazione preunitaria, si concentra sull’impegno ad unificare le regole e poi mostra le applicazioni concrete, iniziando con i francobolli emessi ed il porto da 15 centesimi. Sono affrontate pure altre situazioni, dalla franchigia alle tassate, dalle frodi alle lettere raccomandate ed assicurate, dai campioni di merci agli stampati. Ulteriori capitoli trattano la corrispondenza internazionale ed i collegamenti via mare. Arrivando al cambio tariffario del 1865.
Originale la scelta di non trascrivere i testi ufficiali ma di riprodurli in formato leggibile (oltre seicento le immagini), così da avere anche la percezione grafica di come si presentano. Duecentocinquanta i reperti postali raffigurati, spiegati alla luce delle direttive.