Ventitré anni sul trono ed un nuovo approccio per calcolare i costi. È il quarto volume della serie “La comunicazione epistolare da e per Torino”, questo riguardante -lo dice il sottotitolo- “Il Regno di Vittorio Amedeo III (1773-1796) e le tariffe postali del 1795 basate sulla distanza in poste”. Argomento per il quale non mancano le curiosità, come la comunicazione riprodotta in copertina, dove lo spazio per scrivere ha la forma di un cuore; essa venne spedita da una cuneese al sovrano per commentare le disposizioni emanate nei confronti dei cani.
Mentre la Rivoluzione francese propaga i suoi impulsi lungo il Vecchio continente, e mentre le armate d’oltralpe attaccano i possedimenti del re sabaudo, questi si occupa di missive. “Non si comprende” -annotano i due autori del lavoro, Italo Robetti ed Achille Vanara- come in questo periodo particolarmente tormentato “si sia pensato ad una non indifferente riforma postale che modificava del tutto la metodica usata fino a quel tempo nella tassazione della corrispondenza”.
In pratica, si legava la spesa alla distanza tra la località di partenza e quella di arrivo; poiché i percorsi che servivano per la posta dei cavalli erano misurati in “poste”, altrettanto si fece per le lettere (tra le 334 pagine di formato “A4” con immagini a colori non mancano le tabelle con gli importi).
Edito in proprio, il titolo richiede 30,00 euro.