La prima caratteristica che salta all’occhio sfogliando le 232 pagine con immagini pure a colori sono proprio queste ultime: gli oggetti postali, certo, ma anche tutto quanto può essere utile a sostenere i testi, ovvero reperti archeologici, codici medievali, disegni, stampe, mappe, dipinti, libri, giornali, avvisi, cartoline, pubblicità, foto… È il volume di Francesco Dal Negro “Le Alpi e le vie della posta”, scritto in italiano e tedesco, poi edito da Post horn (80,00 euro).
La storia della posta -annota l’autore nell’introduzione- “presuppone lo studio e la conoscenza delle vie lungo le quali avveniva (fino a pochi anni fa) il trasporto delle corrispondenze, delle merci e delle persone”. Dunque, “è stata una mia curiosità ricercare negli anni le testimonianze storiche e ricostruire le vicende dei transiti postali attraverso i più importanti valichi alpini, dalla pianura padana verso nord e viceversa, dal periodo romano al XIX secolo. Non ho la pretesa di offrire notizie inedite… desidero semplicemente dare un quadro quanto più possibile complessivo di un fenomeno che nei secoli ha interessato tante diverse regioni, mettendo in risalto non solo il pur importante aspetto storico postale, ma anche le storie umane, l’evoluzione della rete viaria, dei mezzi di trasporto e dei luoghi di accoglienza”.
Due, non a caso, le linee in cui il lavoro si sviluppa. La prima è temporale, partendo dal corriere dell’imperatore Augusto e arrivando all’Unione postale universale per toccare quella che potrebbe essere definita la vita quotidiana, ovvero le strade, gli spostamenti, l’identificazione dei percorsi, l’ospitalità. La seconda appare organizzata dal punto di vista geografico, cominciando dai colli delle Alpi Occidentali e giungendo ai passi delle Orientali.