Dopo l’impegno al numero doppio per recuperare il ritardo 2020 dovuto al coronavirus, eccolo tornato alla programmazione normale, con 96 pagine di formato “A4” e immagini a colori (prezzo: 25,00 euro). È la ventisettesima tappa di “Cursores”, semestrale firmato dall’Associazione italiana di storia postale.
È l’ultima prima delle elezioni previste per gli organi collegiali, elezioni fissate in settembre. In questi tre anni -annota all’apertura il presidente, Luca Lavagnino- “Aisp ha incrementato il numero di soci di circa il 25%, ha rinnovato il proprio sito internet, ha coltivato una crescente presenza sui social network… La visibilità all’estero è altresì aumentata grazie alla partecipazione a manifestazioni internazionali”. E poi c’è appunto il periodico: “la qualità della pubblicazione e la varietà degli scritti, per tipologia e per approccio, sono indubbie e unanimemente apprezzate, tanto che nel 2020 l’Académie européenne de philatélie ha deciso di conferire a «Cursores» il premio come migliore rivista filatelica europea”.
Andando agli articoli, ecco “I bolli di «cambio coll’estero» - Le istruzioni per il trattamento delle raccomandate e delle assicurate negli ufizi di cambio coll’estero” (di Giovanni Nembrini), “Ducato di Parma, Piacenza e Guastalla: gli influssi sulla posta della notificazione n.53 del 1822 e del decreto n.63 del 1831” (Marco Panza), “L’assedio della piazzaforte di Przemysl e le sue conseguenze postali (1914-1915)” (Laurent Veglio), “Il nostro agente ad Aden. Fra commercio e «intelligence»” (Paolo Zavattoni, seconda parte), “Particolarità nei rapporti postali tra il Regno di Sardegna/Italia e l’Impero Austriaco: 1844-1875” (Angelo Teruzzi, terza), “L’avventuroso viaggio di una lettera fra agosto 1943 ed ottobre 1945” (Giampaolo Guzzi), “1918/1919: La Guerra del Nord - Dalla Russia baltica a Pietrogrado, dalla Carelia finnica a Murmansk: russi, tedeschi e alleati sul fronte del Nord” (Massimo Mattioli, quarta), “Rarità all’asta: i migliori risultati” (ancora Angelo Teruzzi), “Gemme di storia postale - L’affidabilità dei postali francesi si pagava a caro prezzo” (di nuovo Giovanni Nembrini).