Grazie ad Achille Vanara, che ha raccolto e ordinato il materiale individuato con Italo Robetti, ecco il sesto volume della collana “La comunicazione epistolare da e per Torino”. Questo punta a “I bolli della nazione piemontese (1800-1802)”, di cui costituisce la prima parte.
L’inquadramento storico è la seconda invasione francese, risalente al 1800 e concretizzata dopo la battaglia di Marengo. Tra le conseguenze, l’impiego dei bolli postali in partenza. C’è da dire che gli addetti, “in particolar modo quelli che operavano presso la direzione delle Poste della capitale al servizio della distribuzione, ma anche quelli che svolgevano la analoga funzione presso i più importanti uffici piemontesi, si erano già accorti della presenza dei bolli di partenza sulla corrispondenza proveniente dalla Francia e ne comprendevano la loro utilità”. Tanto che cominciarono, in autonomia, ad aggiungere analoghe indicazioni scritte a mano. Poi, a metà dell’anno 1800, arrivarono i bolli veri e propri, definiti della nazione piemontese perché furono resi disponibili durante il relativo Governo provvisorio. Durarono poco: con l’annessione dell’area alla Francia, da Parigi giunsero quelli con il numero dipartimentale. I precedenti, in molti casi, riapparvero dopo la Restaurazione del 1815.
Un indice alfabetico lista le località citate, da Acqui a Voghera. Il lavoro, con immagini a colori, conta 264 pagine “A4”; prezzo di copertina: 30,00 euro. Porta il marchio dell’Associazione nazionale collezionisti annullamenti italiani.