Le collezioni, si sa, hanno una vita propria, nel senso che si fanno e si disfano; prima o poi il materiale ritorna sul mercato per la soddisfazione di altri appassionati. È lungimirante, però, che il proprietario “fermi” l’esito del suo studio, magari con delle fotocopie e oggi digitalmente. Nel 1986 Aldo Pozzolini Gobbi fece di più, riproducendo uno dei suoi lavori in un libro. È “Posta militare nella Guerra di indipendenza italiana e nella Campagna di Crimea”, firmato Edizioni arte e moneta (60,00 euro).
“È facile -ricorda l’artefice in apertura- comprendere l’importanza che la posta aveva presso i combattenti che trovandosi lontano dalle proprie case, sentivano vivamente la necessità di corrispondere con i congiunti e da questi ricevere notizie. La regolarità e la sicurezza di questo legame affettivo era una delle condizioni essenziali per mantenere alto il morale della truppa. Allo scopo di ottemperare a questa necessità ci si servì dei più disparati e ingegnosi mezzi quali i mastri di posta, le staffette, i piccioni viaggiatori, i cani, i palloni e si tentò persino di affidare la corrispondenza alle correnti dei fiumi”.
Le 195 pagine con 175 illustrazioni in bianco e nero (vi sono poi 19 reperti proposti a colori) partono -aggiunge lo specialista Clemente Fedele nell’introduzione- da “sedici grossi album, forse più di 350 fogli, per un totale di oltre 900 documenti, molti dei quali assolutamente unici, da cui sono state selezionate circa 100 tavole, come più interessanti ed emblematiche per rarità e informazioni tutte circoscritte al periodo in oggetto”. Tali pezzi “mi pare documentino bene il modo peculiare di ordinarli e presentarli, che permette di visualizzare l’aspetto originario dell’epistolario risorgimentale”.