Torna la coppia Bruno Crevato-Selvaggi e Piero Macrelli per gli studi che, di un’area, contemporaneamente toccano -lo conferma il sottotitolo- storia, posta, filatelia. Questa volta, edito dall’Associazione italiana collezionisti posta militare, i due esperti hanno firmato “Libia”.
Con tale iniziativa -annotano- “è nostro intendimento sistematizzare le conoscenze, proporle in maniera moderna e realizzare un’opera che intende proporsi come un lavoro definitivo, almeno per molti anni, salvo naturalmente minuzie o specifici affinamenti”. Pur seguendo le linee editoriali degli studi precedenti, questa volta è stato allargato il contesto storico di riferimento, andando “dall’inizio sino a quasi la contemporaneità”. Sapendo che “viaggiatori, corrieri, messi governativi avranno senz’altro percorso le regioni trasportando messaggi sin dalle prime organizzazioni politiche; non si ha però notizia di sistemi organizzati sino alla piena età romana”, caratterizzata da un’arteria principale, cominciata nel I secolo dopo Cristo e lunga tremila chilometri, che sulla costa collegava Cartagine ad Alessandria.
Questo primo volume (217 pagine “A4” con immagini a colori, 60,00 euro) arriva alla vigilia della Guerra italo-turca. Circa la metà è dedicata ai cataloghi; riguardano gli uffici postali ottomani presenti nell’area da Adjilat a Zvara, poi i bolli degli uffici all’estero italiani e francese ubicati a Tripoli di Barberia e Bengasi. Si chiude con il repertorio delle affrancature originate nella medesima sede tripolina utilizzando i francobolli “De La Rue” o sovrastampati “Estero”.