Il primo di una serie di volumi dedicati alle relazioni postali tra l’Italia dell’Ottocento e gli altri Paesi. È questo il nuovo progetto editoriale che Vaccari srl e lo studioso Vito Salierno lanciano cominciando con la Svizzera, cui è dedicata l’opera “Le relazioni postali dell’Italia nell’Ottocento - Italia-Svizzera - Convenzioni e tariffe postali - Elenco ragionato delle corrispondenze in periodo filatelico” (204 pagine, 32,00 euro).
“Negli ultimi decenni -spiega la responsabile editoriale della società, Valeria Vaccari- la storia postale italiana ha compiuto notevoli progressi sul fronte interno. Meno nei rapporti con l’estero, in quanto basati su convenzioni e accordi bilaterali, talvolta addirittura su taciti consensi o prassi più o meno temporanee. Con questo progetto vogliamo cercare di inquadrare in maniera uniforme la materia, raccogliendo tutti i dati noti, ma offrendone anche diversi di inediti”.
Accanto alle fonti normative figura il rilievo sul campo, evidenziato attraverso il controllo e la descrizione di centinaia di lettere spedite nel periodo filatelico.
“Il volume -aggiunge Vito Salierno- considera tutto il XIX secolo perché è dopo la caduta di Napoleone e l’assetto dell’Italia deciso al Congresso di Vienna che prende corpo l’idea di un rinnovamento dei servizi di posta”. Nascono così le prime timide convenzioni postali bilaterali, intese ad agevolare l’inoltro della corrispondenza oltre il confine su basi più sicure, sia dal punto di vista pratico sia da quello dei costi, che restano ancora troppo alti per gli utenti.
La prima convenzione individuata riguarda il Regno Sabaudo e due imprenditori di Ginevra; risale al 30 luglio 1690 e prevede il trasporto di lettere e pacchetti fra Torino e la città elvetica.