Un interesse, quello di Angelo Piermattei per Vito (1787-1866) e il nipote Giuseppe Viti (1816-1860), curato nel tempo e ora, con il supporto dell’editore Post horn, diventato libro, 168 pagine con immagini a colori intitolate “Lettere sulle rotte oceaniche di due imprenditori toscani del XIX secolo” (40,00 euro).
Il primo personaggio, in particolare, era un commerciante di alabastro che da Volterra (Pisa) si trasferì a Filadelfia, negli Stati Uniti. L’archivio postale che ne porta il nome “è ben noto anche ai filatelisti non italiani in quanto, a seguito del suo fortunato ritrovamento, è stato definito il più grande carteggio di lettere italiane viaggiate attraverso un oceano”, scrive l’autore. Questo anche perché -aggiunge in prefazione il presidente dell’Accademia italiana di filatelia e di storia postale, Thomas Mathà- le missive si fanno notare soprattutto per “le spettacolari affrancature del Ducato di Modena e del Granducato di Toscana”.
Anche il secondo protagonista fece fortuna commerciando manufatti in alabastro, ma le relative corrispondenze sono note soprattutto per i contenuti. Raggiunse una quarantina di località in tutto il mondo, tornando nella terra d’origine con il titolo di emiro del Nepal.
Complessivamente sono documentate circa trecento epistole che vanno dal 1833 al 1874, viaggiate lungo tre oceani; “testimoniano la geopolitica del tempo, i segreti commerciali, le ansie, i tentativi di incontro con altri mercanti”.
Si aggiungono nove approfondimenti che vanno dal filatelista Emilio Diena alla Guerra dell’oppio.