Nove lotti su 10 venduti, uno ogni 20 secondi, visto che la sessione è durata 8 ore con due banditori, Antonello Cerruti per la filatelia e Silvia Vaccari per la letteratura, coinvolgendo 365 acquirenti presenti in sala o che hanno partecipato a distanza. È questo, in estrema sintesi, l’esito dell’asta di Vaccari srl, svoltasi sabato a Vignola.
Accanto alle proposte chiave, come la busta dell’Apollo XVI (lotto 867) passata da 15mila a 170mila euro, o il documento finalizzato ad aiutare la ricerca sul cancro (1.029), che ha permesso di raccogliere 3.800 euro, tanti altri articoli hanno fatto parlare di sé. “Sicuramente -precisano dall’azienda- hanno influito diversi fattori: la corretta descrizione dei lotti, che evidenzia i pregi ma anche i difetti, e la certificazione di garanzia per le voci con realizzo superiore a 250 euro, mettono l’acquirente in una condizione di piena tranquillità; senza dimenticare che Vaccari srl non ricarica la vendita con le commissioni”.
Tra i risultati, la busta risorgimentale da Piazzola a Valstagna con il 5 soldi di Lombardo Veneto (lotto 1.027), passata di mano con un rialzo pari a 25 volte la partenza, ossia da 50 a 1.250 euro, mentre la proposta più gettonata è stata una scatola con 960 plichi di posta militare, Occupazioni e Colonie (1.220): ha ricevuto 45 prenotazioni, lievitando da 100 a 1.400 euro. Decise performance non sono mancate tra gli Antichi Stati, soprattutto su Modena, dove il plico con il 10 centesimi senza punto dopo la cifra, spedito da Carrara a Spezia nel 1852 (231), è stato presentato a 1.000 euro, ma ha raggiunto i 6.500.
Non c’è stata, altro elemento da sottolineare, una richiesta specifica per un settore. “Tutto ha avuto ottime richieste”: la storia postale in genere, lo spazio, il Risorgimento e, naturalmente, l’area di lotti e collezioni, “dove si sono avuti realizzi tutti molto superiori ai prezzi base proposti”.
Pochi gli invenduti pure per la letteratura, dove l’opera originale “The work of Jean De Sperati” (lotto 1.268) ha trovato compratore a 1.350 euro, contro una partenza di 600. Ad essere premiati non sono solo i classici, come il sempre gettonatissimo volume base “I francobolli dello Stato Italiano” (1.375), conteso da 200 a 310 euro. Anche un titolo recente ma ormai esaurito, cioè il “Metodi e bolli postali napoleonici dei dipartimenti francesi d’Italia” (1.381), è stato presentato a 40 euro, ma ha finito la sua corsa a 150.
Sul sito aziendale sono disponibili gli elenchi completi dei realizzi e degli invenduti; questi ultimi possono essere ancora acquistati alla base, addizionata delle sole spese postali.