Oggi la vendita del francobollo e, fino alle 19.30, la mostra alla sede della Canottieri Cerea, che si trova al parco del Valentino. Da domani, e fino al 17 aprile, la riapertura dell’allestimento alle Poste di via Alfieri 10 (orario 9-13, domenica chiuso).
Torino è in festa per la Federazione italiana canottaggio, che qui nacque, come Rowing club italiano, centoventi anni fa.
Tutto ruota attorno al 65 centesimi; la vignetta riprende un’immagine tratta dal manuale Hoepli di Giorgio Croppi “Il canottaggio - A remi, a vela ed a vapore”, edito nel 1898. La presentazione si è svolta questa mattina, presso la stessa società sportiva subalpina, con il presidente onorario della Federazione Gian Antonio Romanini, il presidente della Cerea Umberto Dentis, la responsabile di Poste italiane Giuseppina La Franca. L’omaggio -spiegano dal gruppo di recapito- intende “valorizzare un anniversario di particolare rilievo sportivo ed agonistico” celebrando, contemporaneamente, una disciplina di antiche e blasonate tradizioni nelle principali città fluviali italiane e, segnatamente, nella Torino del Po.
Più ufficiale è stato il secondo lancio, svoltosi al Foro italico di Roma, città in cui l’attuale Federazione ha sede. Hanno partecipato, fra l’altro, il presidente del Coni Giovanni Petrucci, il presidente Fic Renato Nicetto, il capo di gabinetto del ministero alle Comunicazioni Vincenzo Nunziata e il direttore della divisione filatelia di Poste italiane Marisa Giannini.
L’allestimento nel capoluogo piemontese, organizzato con il supporto dell’Associazione nazionale collezionisti annullamenti italiani, si basa sulla collezione “L’arte del remare”, di Ferruccio Calegari, qualche mese fa ospitata al Museo postale di Trieste. Ricostruisce le origini della disciplina ed arriva ai più recenti avvenimenti sportivi, in chiave mondiale ed olimpica. Senza dimenticare gli aspetti curiosi, come la veneziana “Vogalonga” o le antiche società remiere, fra cui l’Esperia e la Pallanza, citate magari da un annullo.
Si parla di canottaggio, ma non di canoa. “Le due discipline -precisa Ferruccio Calegari, che sull’argomento ha collaborato alla «Enciclopedia dello sport» della Treccani- hanno in comune soltanto l’acqua e l’errore interpretativo del termine, anche per una confusione negli anni, perché in Francia c'era un tipo di imbarcazione chiamato «canoë», uno skiff a due remi a scafo allargato per reggere meglio sulle onde. In buona sostanza, la canoa va a pagaia e senza vincolo di appoggio allo scafo, mentre per il canottaggio i remi sono vincolati allo scafo attraverso le forcole (o forcelle)”.