“È stato uno dei massimi esponenti della storia della pittura italiana e mondiale. Talento e genialità ne fanno un soggetto versatile, eclettico, pieno di interessi, curioso; egli non fu solo pittore, ma anche incisore, scultore, fotografo, regista cinematografico, inventore e perfino architetto esoterico e visionario”.
Lo sostengono alla casa editrice Mondo nuovo riferendosi al protagonista del libro “Chi era Francesco Paolo Michetti” (154 pagine, 16,00 euro). Va ricordato, poi, che dal 1906 il suo ritratto dedicato a Vittorio Emanuele III finì per caratterizzare numerosi francobolli.
“Nel ripercorrere la vita, tentando di definirne il complesso percorso tecnico-artistico che si sviluppa per cicli, dalla fase centrale culminante nella luminosità gioiosa con cui egli mostra una perfetta armonia con il creato, espressione religiosissima che poi diverrà via via più greve, fino all’essenzialità dell’ultima fase, in cui diverrà astrattista e iperrealista, precursore di tutte le correnti del Novecento italiano”, il volume si misura con la profondità di quella ricerca, per poi porsi una questione ancor oggi irrisolta: perché Michetti volle tener nascosta la sua attività profetica, quella di aver compreso che dopo di lui si sarebbe sviluppato e avrebbe trionfato l’Astrattismo?
A scriverne sono stati Massimo Pamio e Monica Ferri, uno analizzando le opere e la biografia, l’altra descrivendo la psicologia attraverso l’interpretazione grafologica.
Gli autori, sabato 13 aprile alle ore 17.30 presso il Museo “Costantino Barbella” di Chieti (si trova in via De Lollis 10), parteciperanno a un incontro inserito nell’ambito del percorso “Salotti teatini”. Riguarderà questo e un altro lavoro, dovuto agli stessi specialisti, “Chi era Gabriele D’Annunzio”. L’ingresso è libero.