Seconda parte dell’intervista per il secolo e mezzo dell’Unione postale universale; con “Vaccari news” c’è Diego Avaria, funzionario della stessa organizzazione.
Com’è oggi l’Upu? “È viva e vegeta!”, commenta l’esperto. “Nel 1874 il Trattato di Berna fondò l’Unione generale delle poste, una piccola organizzazione con -già lo si è detto- ventidue Paesi membri. Ha unificato un complesso labirinto di servizi e regolamenti in un solo territorio postale. Poco dopo, nel 1878, il nome cambiò in quello attuale, riflettendo davvero la sua universalità. Il numero delle adesioni è aumentato nel corso degli anni, poiché la maggior parte dei Paesi desiderava far parte di questa organizzazione di successo”. È sopravvissuta a due guerre mondiali e ad altre crisi planetarie. Attualmente ha raggiunto le centonovantadue partecipazioni.
L’Ufficio internazionale (il Bureau international) “ha iniziato con sei dipendenti, mentre attualmente ne coinvolge duecentocinquanta, provenienti da circa cinquanta Stati. L’Unione è il forum principale per la cooperazione nel settore; aiuta a garantire una rete veramente universale di prodotti e servizi aggiornati. In questo modo, svolge un ruolo consultivo, di mediazione e di collegamento; fornisce assistenza tecnica ove necessario. Stabilisce le regole per gli scambi internazionali e formula raccomandazioni, così da stimolare la crescita nei volumi per il corriere, i pacchi e i servizi finanziari, al tempo stesso migliorando la qualità del supporto per i clienti”.
Al suo interno
La struttura comprende quattro organi: il Congresso, il Consiglio di amministrazione, il Consiglio delle operazioni postali e il già citato Ufficio internazionale. Supervisiona inoltre le cooperative Telematics and Express mail service (Ems), che seguono la consegna internazionale di posta espresso. In base alla missione dell’Upu, ogni Stato membro accetta gli stessi termini per lo svolgimento delle attività.
La lunga vita e la capacità di adattarsi alle mutevoli circostanze nel corso del tempo “riflettono il successo. Ciò è dovuto alla sua universalità, insieme a caratteristiche uniche: 1) è stata creata da funzionari postali di alto livello, 2) i delegati sono esperti del comparto e 3) il ruolo giocato dall’Ufficio internazionale”. “È passata dal XIX secolo con le lettere al XXI con il commercio elettronico e oltre”.
L’Unione “è stata e continua a essere un modello per le altre organizzazioni internazionali”, poiché resta una realtà tecnica e non politica. “Questo anniversario dovrebbe rappresentare una spinta, evidenziandola come pioniera e modello” (continua).