Se la norma, com’è stata approvata questa mattina dal Senato, dovesse diventare legge, il governo diventerà più snello. Palazzo Madama ha infatti votato la riduzione a dodici ministeri, numero già indicato dalla legge Bassanini del 1999. In base alle ipotesi, il provvedimento entrerà in vigore con la formazione del prossimo esecutivo. Tra le strutture sacrificate potrebbe figurare il dicastero alle Comunicazioni (non figura, ad esempio, nella proposta firmata da Roberto Calderoli). Proprio questa settimana ha vinto il premio “Osc@r del web” per il suo sito, rifatto in luglio ed ora giudicato il migliore fra quelli firmati dall’Amministrazione centrale dello Stato. Il riconoscimento è stato attribuito da Labitalia in collaborazione con l’Associazione italiana della comunicazione pubblica e istituzionale, in occasione del bolognese Compa, il Salone europeo della comunicazione pubblica dei servizi al cittadino e alle imprese. Nel frattempo, il ministro Paolo Gentiloni ha rinnovato il Consiglio superiore delle comunicazioni, nominando come presidente Enzo Cheli, il professore di diritto costituzionale che ha già diretto l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni nonché la Corte costituzionale. Nel gruppo di lavoro figurano, fra l’altro, l’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga, il presidente dell’Istituto per lo studio dell’innovazione - media economia società istituzioni Enrico Manca, la presidente del Comitato per la banda larga Paola Manacorda, il preside della facoltà di Scienze della comunicazione di Roma Mario Morcellini, il consigliere giuridico del ministro alle Comunicazioni Giuseppe Sangiorgi, il capo della Polizia postale e delle comunicazioni Domenico Vulpiani e il presidente di sezione del Consiglio di stato Sergio Santoro. L’organismo dura in carica tre anni ed esercita funzioni consultive e di proposta in tutte le materie di competenza del ministero.
Riforma istituzionale, i ministeri scenderanno a dodici
09 Nov 2007 18:25 - NEWS FROM ITALY