Sindacati divisi sulle modalità di protesta contro Poste italiane. Se Slp-Cisl ha indetto un nuovo sciopero delle prestazioni straordinarie e di ogni altra prestazione aggiuntiva tra il 28 gennaio ed il 26 febbraio, altre cinque organizzazioni (Slc-Cgil, Uil post, Failp-Cisal, Sailp-Confsal, Ugl comunicazioni) non intendono rompere il dialogo con la società.
La decisione di rinnovare la protesta -spiega il segretario generale Slp-Cisl, Mario Petitto- “giunge al termine di un lungo periodo nel quale l’azienda si è ostinata a non dare risposta alle nostre rivendicazioni, che riguardano come noto sia le condizioni di lavoro e la carenza di personale in tutti i settori che le politiche salariali”. Si tratta di una prima azione, “cui ne seguiranno altre se l’azienda non darà le risposte che da tempo attendono i lavoratori del recapito, della sportelleria, dello staff e della logistica postale”.
Il punto principale, secondo Cgil, Uil, Failp, Sailp, Ugl, è intervenire sul servizio di recapito, ristrutturandolo. Gli incontri di questi giorni -fanno sapere- rappresentano “un impegno sia per l’azienda stessa sia per il sindacato, di cui va registrata la positiva tendenza, a patto che Poste si impegni coerentemente ed unitamente al sindacato, per rimuovere tutti quegli ostacoli emersi nella prima fase dell’implementazione che hanno impedito di attuare concretamente la riorganizzazione del servizio concordata e condivisa”.
Per la Slp-Cisl, “in attesa della completa liberalizzazione del mercato postale sono già presenti ad oggi centinaia di società concorrenti che operano sul mercato postale e sono in grado di intercettare il 78% dei flussi della corrispondenza verso le aree metropolitane/hinterland e capoluoghi di provincia”.
Tra le ultime vittime dei disservizi figura l’Enel, costretta a scusarsi con l’utenza per il ritardo registrato dal recapito delle bollette.