Gli esperti l’avevano ipotizzato mesi fa. Gli undici incarichi nel consiglio di amministrazione delle Poste -scriveva ad esempio Sergio Rizzo sul “Corriere della sera” il 4 febbraio scorso- “sarebbero stati quasi certamente ridotti a cinque, come è già da tempo alle Ferrovie. E forse è stata proprio la prospettiva di perdere tante poltrone che ha innescato l’esplosione”.
Così è avvenuto. Giovanni Ialongo, nato a Pico (Frosinone) nel 1944, coniugato con un figlio ed un passato come sindacalista della Cisl, è stato nominato presidente dopo un difficile confronto, ricco di colpi di scena. Alla fine il cerchio si è chiuso, definendo contemporaneamente i gruppi dirigenti di Enel ed Eni, messi nero su bianco ieri dal ministero dell’Economia e delle finanze.
Ialongo -precisa una nota di Poste italiane diffusa questa mattina- oltre ad essere commissario straordinario di Ipost, è componente straordinario del Consiglio superiore delle comunicazioni (il massimo organo consultivo e propositivo del ministero) e presidente di Italia previdenza - Società italiana di servizi per la previdenza integrativa. È una partecipata dall’Inps al 65% e dall’Ipost al 35% che fornisce “servizi amministrativo contabili relativi alla riscossione dei contributi ed all’erogazione delle prestazioni nell’ambito della gestione dei fondi di previdenza complementare e integrativa e delle attività connesse e strumentali, nonché lo svolgimento di ogni forma di attività finalizzata all’offerta di servizi integrati miranti al rilancio della previdenza integrativa, in sinergia con la realizzazione dei compiti istituzionali da parte dell’Inps e dell’Ipost”.
Accanto a Ialongo e a Massimo Sarmi, che avvia il terzo mandato, nel consiglio restano Roberto Colombo, Nunzio Guglielmino (già vicepresidente delegato) e Mauro Michielon (una vita in posta, ora assessore negli ambiti dei servizi alla persona, alla scuola, alla casa e alla tutela degli animali di Treviso). Oltre al presidente uscente Vittorio Mincato, restano fuori Salvatore Biasco, Franco Corlaita, Angelo Mariano, Filippo Milone, Francesco Pizzo e Giampaolo Rossi.
Il cambio al vertice provocherà un aggiornamento alla Consulta per l’emissione di cartevalori postali e la filatelia, dove il presidente di Poste, con l’amministratore delegato e il direttore della divisione filatelia, figurano tra i componenti di diritto.