Non solo banda larga, reti di nuova generazione, tv digitale (ieri, ad esempio, parte del dibattito si è svolta alla commissione trasporti della Camera). Il sottosegretario allo Sviluppo economico con delega alle Comunicazioni, Paolo Romani, ha presentato al Parlamento le linee programmatiche che riguardano anche la liberalizzazione del settore postale, puntando in particolare al contratto di programma 2009-2011 e agli obiettivi di qualità.
Poste Italiane -ha detto il rappresentante del ministro Claudio Scajola- “ha dimostrato una grande capacità strategica nell’affrontare le continue sfide del mercato orientato alla completa liberalizzazione del settore”. L’apertura “sta già dando buoni frutti”. Ne è un esempio la “bulk mail”, regolamentata in Italia come “posta massiva”, “che costituisce circa l’80% del traffico postale nazionale”. Complessivamente, oggi sono autorizzati circa 1.550 operatori, attivi sul mercato come concorrenti al fornitore del servizio universale.
L’azione dell’Esecutivo mira a recepire la direttiva europea nell’ordinamento giuridico nazionale, ma “dovrà essere preceduta dallo svolgimento di consultazioni pubbliche delle associazioni rappresentative degli operatori del mercato e dei consumatori”.
Intanto, si lavora su un ulteriore fronte. “Le priorità del Governo -sottolinea il sottosegretario- sono l’aggiornamento del contratto di programma con la concessionaria, la definizione delle tariffe dei servizi rientranti nell’ambito dell’area di monopolio, ma soprattutto il raggiungimento degli obiettivi di qualità”, questo compito definito “l’oggetto principale del contratto di programma”.
“Su impulso dell’Amministrazione i risultati conseguiti negli ultimi anni dalla concessionaria hanno evidenziato un significativo miglioramento delle prestazioni”, anche se manca omogeneità a livello regionale, con “situazioni particolarmente critiche in alcune regioni (quali Campania e Basilicata)”.
Tra le precedenze, occorre “regolamentare l’accesso ai servizi assicurati dalla rete postale pubblica durante tutto l’anno sull’intero territorio nazionale”. Già con il decreto ministeriale del 28 giugno 2007 erano stati fissati standard minimi da osservare nel periodo estivo, “ma è necessario fornire garanzie maggiori ai cittadini”. Tenendo presente che le azioni di contenimento dei costi e l’andamento decrescente dell’onere derivante dagli obblighi di servizio universale non debbono “in alcun modo intaccare la capillarità della rete postale, soprattutto nelle zone territorialmente più disagiate e economicamente meno remunerative”.
Fra gli altri compiti che l’Amministrazione ministeriale dovrà ulteriormente sviluppare figurano “le attività di vigilanza a livello periferico al fine di pervenire a procedure omogenee sul territorio nazionale, in considerazione della complessità dell’attività e della pluralità di soggetti che vi partecipano (Ispettorati territoriali e Polizia postale e delle comunicazioni)”. Verranno attivati, quindi, “adeguati strumenti di controllo... al fine di garantire il rispetto degli obblighi di servizio universale, prevedendo penalità, anche in funzione di deterrenza”.