Mentre -stando alle cronache- il servizio prioritario è sempre meno tale, Poste italiane riscopre, almeno a livello collezionistico, un corriere veloce storico. Si intitola “Il servizio postale espresso” la mostra che, da domani al 22 febbraio, il Museo postale e telegrafico della Mitteleuropa ospiterà nella sua sede triestina. È la stessa struttura destinata ad accogliere il nuovo spazio filatelia, anche se i lavori non sono ancora iniziati.
Il percorso, ad ingresso libero da piazza Vittorio Veneto 1 (orari: da lunedì a sabato 9-13, domenica 10-12), verrà inaugurato domattina alle 11. Si basa sulla collezione di Secondo Tabotta del Circolo filatelico di Tarcento e sul supporto assicurato dall’assessorato alla cultura del Comune di Trieste.
“Nei suoi primi cinquanta anni di vita -spiegano i promotori- l’espresso, per la sua celerità e per le tecniche di comunicazione del tempo, poteva essere paragonato al servizio telefonico”.
Il servizio per accelerare la consegna delle corrispondenze, anche se non mancano esempi precedenti, venne istituito nel 1890, ma i francobolli speciali con cui caratterizzarlo sarebbero arrivati ben più tardi. Il primo debutta l’1 giugno 1903. È un 25 centesimi dove il volto di Vittorio Emanuele, secondo il gusto dell’epoca, era inserito in una cornice liberty sulla falsariga degli altri tagli ordinari dovuti a Giuseppe Cellini.
Durante la stagione repubblicana la prestazione è valorizzata, invece, con il piede alato disegnato da Paolo Paschetto (forse recuperato da un precedente disegno di Edoardo Del Neri), il cavallo con l’auriga di Antonio Mazzotta e Mario Melis o la coppia di puledri alati tratta dall’altorilievo etrusco conservato a Tarquinia e riletto da Luigi Gasbarra. Quest’ultimo soggetto, nella versione più costosa da 300 lire, giunse agli sportelli il 15 aprile 1976. Successivamente, e fino all’abolizione del servizio, si impiegarono i tagli ordinari.