Lo slogan è chiaro: “Con i sistemi di pagamento il portalettere diventa un ufficio postale mobile”. Il debutto della sperimentazione (che dovrebbe coinvolgere un centinaio di dipendenti) è previsto per febbraio, quando i pagamenti potranno essere effettuati attraverso il cellulare del cliente se ha la sim di Poste mobile. Prima fase che porterà, probabilmente in aprile, ad introdurre il pos o un lettore specifico, da aggiungere al kit del postino. Così, quest’ultimo sarà in grado di accettare le carte di debito o prepagate, emesse dalla sua azienda o anche dalle altre. Tale modalità -sono sempre ipotesi- dovrebbe diventare lo standard da settembre.
Insomma, se tutto andrà bene, il fattorino che arriva a casa o in ufficio potrà effettuare una serie di versamenti per i contrassegni, le ricariche telefoniche, i bollettini utilizzando la moneta elettronica.
È il nuovo passo del progetto “postino telematico”, introdotto alla fine del 2007 e successivamente esteso fino a coinvolgere 12mila dipendenti in 104 capoluoghi di provincia.
Il sistema permette, già oggi, di gestire la posta registrata (raccomandate, assicurate, atti giudiziari), la notifica degli atti, la certificazione dell’avvenuta consegna di posta non registrata (“Posta time”). Al tempo stesso, offre un supporto al personale che non conosce la zona in cui deve operare. E potrà essere impiegato per ulteriori esigenze, come consegnare medicinali, pagare ticket sanitari o pratiche amministrative, ritirare dal cliente corrispondenza ordinaria o meno (recapitando il giorno successivo le eventuali ricevute), stampare e consegnare telegrammi, richiedere e rilasciare certificati, leggere contatori, registrare la vuotatura delle cassette d’impostazione e predisporre duplicati.