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editor Fabio Bonacina

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“Disporre con decreto la sospensione delle agevolazioni significa ottenere un risultato che solo la volontà espressa dal Parlamento avrebbe potuto ottenere”

Proteste postali: la prima parte della missiva per Gianni Letta
Proteste postali: la prima parte della missiva per Gianni Letta

Sono ormai numerose le prese di posizione contro il decreto rivelato questa mattina. Tra le più circostanziate vi è la nota dell’Unione stampa periodica italiana, il cui segretario generale, Francesco Saverio Vetere, sull’argomento ha scritto ai sottosegretari alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta e Paolo Bonaiuti.

“Il decreto con cui il ministero dello Sviluppo economico dispone la sospensione fino al 31 dicembre 2010 delle agevolazioni postali per l’editoria rappresenta -dice Vetere- un fatto di inaudita gravità e potenzialmente idoneo a decimare concretamente un settore già in grave crisi come quello dell’editoria medio-piccola. Le agevolazioni postali sono previste da decenni da leggi che ne fissano i criteri di applicazione e demandano ai decreti ministeriali esclusivamente la misura delle tariffe e delle conseguenti agevolazioni. I decreti, quindi non hanno altra funzione che quella di eseguire concretamente la volontà del Parlamento. Disporre con decreto la sospensione delle agevolazioni significa ottenere un risultato che solo la volontà espressa dal Parlamento avrebbe potuto ottenere: la fine di questa forma di sostegno all’editoria”.

“A nulla -prosegue la nota- vale la considerazione secondo la quale la sospensione delle agevolazioni sarebbe dovuta al venir meno del fondo presso gli appositi capitoli dal bilancio della Presidenza del Consiglio dei ministri. A partire dalla legge 46 del 2004 è stato previsto, e sempre ribadito, che il rimborso a Poste italiane per le agevolazioni postali viene effettuato nei limiti dello stanziamento previsto nei capitoli”.

Il punto fondamentale è nell’articolo n°3, il cui primo comma recita: “Il Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri provvede al rimborso in favore della società Poste italiane spa della somma corrispondente all’ammontare delle riduzioni complessivamente applicate, nei limiti dei fondi stanziati sugli appositi capitoli del bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio dei ministri”.

La norma -prosegue l’Uspi- “prevede che siano i rimborsi a Poste italiane a dipendere dall’ammontare dello stanziamento, non le tariffe agevolate. Questo vuol dire che, venendo meno i fondi, mai dovranno cessare le agevolazioni postali, anche perché il pretesto del venir meno dei fondi determinerebbe la possibilità per qualunque Governo di abrogare di fatto le agevolazioni postali aggirando la volontà del Parlamento (cosa che, per l’appunto, si sta verificando in questo caso)”.

L’Unione “si augura che in tempi brevissimi venga abrogato questo decreto e si torni alle agevolazioni postali. Non è possibile che gli editori che hanno già venduto gli abbonamenti annuali da mesi si trovino da un giorno all’altro, e senza preavviso, nella condizione di dover fronteggiare un aumento del 120% delle tariffe. Al di là di tutte le considerazioni si tratta indubbiamente di un episodio imbarazzante”.




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