Ancora annulli falsificati per imbrogliare i collezionisti e ancora all’opera i militari del Nucleo carabinieri tutela patrimonio culturale di Firenze, questa volta coadiuvati dai colleghi di Palermo e Bologna.
Dopo il caso del pensionato toscano, registrato nell’ottobre 2008, ora se ne è aperto un altro, che ha portato a denunciare una persona all’Autorità giudiziaria di Palermo per il reato di contraffazione.
“Sequestrati -annunciano dall’Arma- 47 timbri utilizzati per la falsificazione di corrispondenza del primo Novecento al fine di aumentarne la rarità e di conseguenza il valore economico, 104 cartoline, 36 francobolli e 48 buste recanti impressi timbri risultati abilmente contraffatti. Il valore del materiale filatelico, qualora immesso sul mercato come autentico, è stimato in centomila euro”.
La procedura è stata aperta “a seguito di segnalazioni pervenute da collezionisti”, che avevano rilevato sul mercato la presenza di corrispondenza d’epoca manipolata; sono stati poi gli investigatori a individuare le cartoline postali riportanti obliterazioni contraffatte e commercializzate in particolare attraverso internet. Le indagini hanno consentito di identificare un disoccupato palermitano che, perquisito, risultava in possesso di numerosi timbri falsi e di altro materiale filatelico la cui autenticità è al vaglio degli inquirenti.
“È il primo importante, concreto risultato dopo la denuncia a carico di quattro venditori eBay che proponevano buste e cartoline «fabbricate» con timbri falsi e francobolli probabilmente anch’essi falsi”, commenta a ruota il presidente della Federazione fra le società filateliche italiane, Piero Macrelli. “Si tratta anche del primo successo attribuibile all’osservatorio per i falsi in filatelia costituito dalla Federazione un paio di mesi fa: le denunce sono infatti partite a seguito di numerose segnalazioni pervenute da diversi filatelisti. In questi due mesi le segnalazioni sono continuate ad arrivare numerose e ci hanno permesso di inoltrare altre cinque denunce a carico di altrettanti venditori”. L’obiettivo di ripulire le vendite on-line dall’enorme quantitativo di materiale falso, contraffatto, dalle cosiddette ristampe e dai tappabuchi, che stanno inquinando il settore in modo ormai insopportabile, “non sembra più una utopia, ma sta diventando realtà”.