A nove giorni dal debutto (uscirà a 60 centesimi il 20 ottobre, tirata in mezzo milione di pezzi e con annullo speciale all’ufficio di Prato Martini, in via Arcivescovo Martini 54), è stata diffusa l’immagine della cartolina postale per Francesco di Marco Datini, scomparso sei secoli fa.
L’impronta di affrancatura cita il ritratto, realizzato nel 1588 da Ludovico Buti, conservato in municipio e in questi mesi ripreso per sottolineare l’anniversario. L’intero propone, inoltre, immagini riprese dai suoi documenti, la marca che ne caratterizzava i prodotti e la firma. Per richiamare il tempo andato, i testi utilizzano il carattere gotico, che non facilita la lettura e che, in ogni caso, il Datini non impiegava, essendo tipico degli ambienti germanici.
Così -viene spiegato dall’Istituto di studi storici postali, che si è fatto promotore dell’iniziativa- l’Italia rende omaggio al benefattore e mercante, defunto dopo aver lasciato una doppia fortuna alla città: economica da una parte (il fondo è ancora perpetuato attraverso la Casa pia dei ceppi onlus) e storica dall’altra (l’archivio della sua azienda commerciale è il più significativo fra quelli rimasti in Europa del periodo medievale). “Datini -ricorda il direttore dell’Issp, Andrea Giuntini- morì il 16 agosto, ma si è deciso di spostare la data di emissione della carta valore in autunno, così da inserirla nel contesto delle iniziative cittadine”.
Il bollettino illustrativo è firmato dal soprintendente archivistico per la Toscana Diana Toccafondi e dallo stesso Giuntini.
Un’emissione che ha diversi collegamenti con l’attualità. “Dal carteggio Datini -spiega uno dei fondatori dell’Istituto, Aldo Cecchi- vediamo una quantità di operatori privati e consorzi di grandi utenti (i mercanti per la «scarsella») che davano vita a varie organizzazioni in concorrenza” (catalane, fiorentine, lucchesi, genovesi): le corrispondenze affidate alle scarselle, che agivano in ambito europeo, godevano della precedenza, una sorta di postacelere. “Senza dimenticare l’applicazione di incentivi per velocizzare le comunicazioni (cioè, il vantaggio) e di penali per consegne in ritardo nonché una terminologia che è stata tramandata fino a noi, come nel caso di «correos», parola proveniente dagli «osti dei corrieri» che ha preso il significato di «poste» nel mondo ispanico”.