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Alberto Barcella - Pietro Amorelli
LE CARTE SPARSE
Corrispondenze garibaldine di Ippolito Nievo
Approfondimenti di storia postale siciliana
1859-1861

112 pp. - immagini a colori - formato cm 21x29,7 - carta patinata di alta qualità - brossura - ed. 2018
collana "la Storia attraverso i documenti"
In italiano

ANCHE IN OMAGGIO (classe B)

ISBN: 978-88-96381-26-7
La Sicilia del 1859-1861 raccontata attraverso la storia postale e le lettere di Ippolito Nievo. Alcuni approfondimenti sullo straordinario periodo, dalle atmosfere gattopardesche, che precedette nell'isola l'Unità d'Italia, analizzando gli effetti della rivoluzione sul sistema postale e la corrispondenza di un giovane geniale e idealista che trascorse in Sicilia gli ultimi mesi della sua vita al seguito delle truppe di Garibaldi.

Dalla prefazione di Giulio Perricone, Presidente dell'Unione Filatelica Siciliana
"I due collezionisti autori di questa opera [...] se da un lato hanno aggiunto un tassello alla storia del patriota che naufragò nel viaggio tra Palermo e Napoli nel 1861 [...] dall'altro hanno arricchito di una dotta pubblicazione il grande capitolo della storia postale italiana, della Sicilia, del periodo garibaldino, dei sistemi di posta emergenziali connessi ad una situazione insurrezionale."

Dall'introduzione di Francesca Tamburlini, Responsabile Sezione manoscritti e rari della Biblioteca Civica "Vincenzo Joppi" di Udine
"Il testo [...] accende l'attenzione su alcuni aspetti quasi inesplorati di questi scritti, ossia sugli elementi e segni 'convenzionali' che si trovano sulle buste [...] non vengono tralasciati però i testi delle missive che sono ripresi e citati per far meglio comprendere il significato di quei segni esterni. [...] Il saggio dei due autori ci viene in soccorso e ci apre un mondo inedito, guidandoci dal luogo di partenza della lettera alla sua finale destinazione [offrendo] di questi documenti di Ippolito una lettura aggiuntiva."

INDICE

PREFAZIONE
Giulio Perricone

UN VALORE AGGIUNTO
Le ultime lettere di (e per) Ippolito Nievo, testimonianza inconsapevole per la storia postale
Francesca Tamburlini

I COMITATI INSURREZIONALI SICILIANI
Il sistema di posta nel maggio del 1860
Alberto Barcella

LE CARTE SPARSE
La corrispondenza di Ippolito Nievo dal 5 maggio 1860 fino alla sua morte
Alberto Barcella - Pietro Amorelli

LA POSTA E LA RIVOLUZIONE SICILIANA DEL 1860
Con alcune note sull'uso politico dell'iconografia postale
Pietro Amorelli

BIBLIOGRAFIA
"PREFAZIONE" di Giulio Perricone, Presidente dell'Unione Filatelica Siciliana

Collezionismo e storia, collezionismo ed arte, collezionismo e cultura sono binomi inscindibili che tanto hanno contribuito alla rivisitazione ed alla ricostruzione del passato dell'uomo. Un passato che per i collezionisti non è, e non deve essere, rimpianto verso i tempi andati, bensì fonte di studi per un esame consapevole del passato che aiuti, attraverso la conoscenza, a fornire alla società in cui viviamo nuovi elementi, nuovi stimoli.

È ben noto che solo grazie a grandi collezionisti del passato oggi esistono tanti musei d'arte che spaziano nelle varie forme espressive dell'uomo (alle pinacoteche si sono affiancate tante importanti biblioteche, musei della ceramica, di numismatica, di filatelia e storia postale, solo per citarne alcuni).

Sì, perché il collezionista - mi riferisco in particolare al campo oggetto di questa pubblicazione - oltre ad avere salvato in tanti casi dalla possibile distruzione documenti cartacei, li ha valorizzati, li ha studiati confrontandosi con altri, divenendo un esperto di quel settore e contribuendo alla ricostruzione, ad esempio, della storia e dei trasporti postali nel periodo che portò all'unità dell'Italia, dando infine alle stampe i risultati di quegli approfondimenti.

La Sicilia nel periodo in esame, che va dal 1859 al 1861, fu l'ultima nel territorio italiano ad emettere propri francobolli (a distanza di circa 20 anni dal primo francobollo emesso in Inghilterra ed a distanza di circa 10 anni dai francobolli del Lombardo Veneto) e costituisce l'unico caso noto al mondo in cui, anziché provvedere alla emissione di nuovi francobolli con l'arrivo di Garibaldi, mettendo fuori uso quelli raffiguranti il re Ferdinando, si tornò al vecchio sistema prefilatelico in cui la corrispondenza postale veniva pagata dal destinatario. Ciò fin quando entrarono in uso in Sicilia i francobolli di Sardegna (1° maggio 1861) e mentre tutte le lettere che pervenivano dal resto d'Italia recavano invece i francobolli apposti che, in tanti casi, come evidenziato dai documenti riprodotti dagli autori, vennero asportati.

In questo scenario i due collezionisti autori di questa opera, partendo ognuno da una lettera in proprio possesso indirizzata ad Ippolito Nievo ed esaminando l'altra corrispondenza dello scrittore custodita negli archivi - in particolare nella Biblioteca civica Joppi di Udine - se da un lato hanno aggiunto un tassello alla storia del patriota che naufragò nel viaggio tra Palermo e Napoli nel 1861, rendendoci partecipi della situazione in cui egli operò in Sicilia mantenendo attraverso le lettere i rapporti con i familiari, dall'altro hanno arricchito di una dotta pubblicazione il grande capitolo della Storia Postale italiana, della Sicilia, del periodo garibaldino, dei sistemi di posta emergenziali connessi ad una situazione insurrezionale.

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"UN VALORE AGGIUNTO. LE ULTIME LETTERE DI (E PER) IPPOLITO NIEVO, TESTIMONIANZA INCONSAPEVOLE PER LA STORIA POSTALE", di Francesca Tamburlini, Responsabile Sezione manoscritti e rari della Biblioteca Civica "Vincenzo Joppi" di Udine

Ippolito Nievo trascorre gli ultimi mesi della sua vita al seguito delle truppe di Garibaldi in Sicilia tra il maggio 1860 e i primi giorni del marzo 1861. Molte delle lettere di quel periodo, da lui scritte o a lui dirette, sono conservate alla Biblioteca Civica "Vincenzo Joppi" di Udine e offrono un punto di vista privilegiato sulla situazione politica italiana alla vigilia dell'Unità.

"Le carte sparse. La corrispondenza di Ippolito Nievo dal 5 maggio 1860 fino alla sua morte", il testo che Alberto Barcella e Pietro Amorelli dedicano a quegli ultimi mesi di Ippolito, accende l'attenzione su alcuni aspetti quasi inesplorati di questi scritti, ossia sugli elementi e segni "convenzionali" che si trovano sulle buste, o all'esterno della carta da lettere usata con funzione di busta; non vengono tralasciati però i testi delle missive che sono ripresi e citati per far meglio comprendere il significato di quei segni esterni. Sono questi i francobolli, i bolli, diversi per tipo e per colore, alcune sigle o numeri che all'occhio di un profano della storia della filatelia suscitano molte domande che invariabilmente rimangono senza una risposta. Il saggio dei due autori ci viene in soccorso e ci apre un mondo inedito, guidandoci dal luogo di partenza della lettera alla sua finale destinazione, attraverso le varie tappe di posta in un'Italia in formazione, con normative postali diverse, in parte già stabilite o in parte modificate nel corso di quel periodo, nel passaggio tra Regno borbonico, Regno di Sardegna e Lombardo Veneto. Valori diversi, a seconda degli Stati interessati, per i francobolli superstiti di cui spesso malauguratamente rimane solo il segno della loro esistenza sulle buste, vista una certa abitudine ancora spesso in uso di asportare il francobollo o, ancor peggio se possibile, di strapparlo, mutilando la busta, considerata abitualmente (anche ai nostri giorni) come un effimero contenitore di un documento, e non come un portatore di informazioni singolari. Testimonianze parlanti (e direi quasi urlanti) di questo diffuso costume sono le raccolte epistolari conservate nelle biblioteche e negli archivi che mostrano come un gesto abitudinario abbia in realtà oltraggiato le carte, che hanno valore e significato pieno solo nella loro completezza e integrità.

I due esperti e consapevoli filatelici offrono pertanto di questi documenti di Ippolito una lettura aggiuntiva, dando alfine senso e significato a quegli elementi esterni, quasi del tutto estranei per chi scrive e per chi riceve le lettere, troppo spesso trascurati e sottovalutati.
Alberto Barcella, classe 1955, è collezionista da sempre, avendo iniziato da bambino a seguire il padre Giuseppe nella sua avventura filatelica. Tra le varie collezioni di Antichi stati italiani e di alcuni stati balcanici, la preferita è quella degli annullamenti siciliani dal 1859 al 1861, "La Sicilia tra due re", con la quale in passato partecipò a competizioni filateliche. Il poco tempo che gli concede la sua attività imprenditoriale è diviso tra la famiglia e la passione per il proprio hobby. È membro di numerose associazioni filateliche: Circolo Filatelico Bergamasco, Unione Filatelica Lombarda, Associazione Italiana di Storia Postale, Associazione di Storia Postale Siciliana, Royal Philatelic Society. In passato, oltre ad alcuni articoli sulla storia postale siciliana, ha pubblicato con Giorgio Bizzarri, Angelo e Mario Zanaria per il Club di Montecarlo il volume "Etats Pontificaux", monografia sui francobolli pontifici 1852-1870.

Pietro Amorelli è nato ad Agrigento il 25 gennaio 1968 e risiede a Casteltermini (Ag) dove esercita la professione di Farmacista. È sposato con Anna Maria Miceli, anche lei farmacista, e ha due figli, Chiara (21 anni) e Francesco (18 anni). Ha coltivato da sempre una non organica passione filatelica ma, entrato in contatto con gli ambienti filatelici palermitani grazie all'entusiasmo trasmessogli da Gianfranco Jannuzzo, è passato ad interessarsi di storia postale siciliana collezionando prefilateliche della provincia di Agrigento (l'antica Girgenti). Da circa un decennio si dedica prevalentemente al periodo garibaldino. Colleziona inoltre ambulanti ferroviari siciliani e tutto ciò che riguarda la sua Casteltermini. Ha pubblicato articoli sul "Sicil Post Magazine" (rivista della Associazione di Storia Postale Siciliana) e sul numero unico stampato in occasione delle celebrazioni per il 150° anniversario dei francobolli di Sicilia (Sicilia duemilanove). Dal 2006 è socio dell'Unione Filatelica Siciliana con la cui squadra ha vinto il campionato Cadetti 2010.
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