Da mesi la cronaca, soprattutto locale, è impegnata nel segnalare gli uffici postali nei paesi con meno di quindicimila abitanti che chiudono per consentire i lavori previsti dal progetto “Polis - Case dei servizi di cittadinanza digitali” e poi riaprono (ma non mancano le proteste per i ritardi nell’esecuzione degli interventi, soprattutto -sembra- per quel che concerne la fornitura degli arredi). Il Piano nazionale per gli investimenti complementari al Piano nazionale di ripresa e resilienza, tuttavia, prevede un secondo percorso, che ora si sta concretizzando; si chiama “Spazi per l’Italia” e riguarda lo sviluppo del colavoro. In tale ambito, 250 immobili (80 nei centri più piccoli) devono essere ristrutturati, destinando locali ora inutilizzati per -dicono dall’azienda- “dare vita alla più grande rete nazionale di spazi di lavoro condivisi dedicati ad aziende, organizzazioni e liberi professionisti”. Questo mettendo loro a disposizione ambienti ammobiliati e digitalizzati, cui si aggiungono spazi aperti, aree per la pausa e sale riunioni, comprendendo accesso a stampanti e scanner, pulizia e manutenzione, utenze e climatizzazione. Potranno essere utilizzati in maniera flessibile per un solo giorno o per periodi più ampi, pagando prezzi definiti “molto accessibili”. Tra le sedi già emerse figurano Canelli (Asti), viale Risorgimento 104; Cortina d’Ampezzo (Belluno), via Olimpia 23; Gangi (Palermo), salita Cammarata 1; Gavirate (Varese), viale Ticino 1; Larino (Campobasso), via Opplaco 10; Rocca di Mezzo (L’Aquila), via Giorgieri 6; Sagrado (Gorizia), via D’Annunzio 21; San Felice Circeo (Latina), via De Gasperi snc. Per informazioni e prenotazioni si può scrivere a spaziperlitalia@posteitaliane.it.
E ora, “Spazi per l’Italia”
11 Apr 2024 16:22 - NEWS FROM ITALY
Accanto a “Polis - Case dei servizi di cittadinanza digitali”, è la seconda misura prevista dal Piano nazionale per gli investimenti complementari. I nomi dei primi uffici postali coinvolti