Il 17 aprile 1524, mentre esplorava per conto di re Francesco I le coste di un continente americano per il quale ancora non si aveva un’idea precisa, il navigatore Giovanni da Verrazzano (circa 1485-1528; fra tre giorni un annullo lo ricorderà nel paese natale, Greve in Chianti, provincia di Firenze) entrò in quella che sarebbe diventata la baia di New York. Chiamò la regione Nuova Francia e la baia Nuova-Angoulême per rendere omaggio al monarca, nato François d’Angoulême.
Erano tempi di esplorazioni per conto delle grandi potenze europee… Lui aveva visitato già la regione di Terranova e la zona del fiume Saint-Laurent nel 1508. A bordo del “Dauphine”, questa volta risalì da sud la costa alla ricerca di un passaggio per le Indie e ne riportò la prima descrizione dettagliata, descrizione che consentirà ai geografi dell’epoca di stabilire mappe relativamente precise. Segnalò anche un territorio abitato da numerose popolazioni native.
Ma la notizia del viaggio resterà sconosciuta per molto tempo. Al ritorno dalla spedizione, la regina Claude era morta e Francesco I partito per l’Italia, dove perse la battaglia di Pavia. La “scoperta” di New York fu attribuita al londinese Henry Hudson, in missione per conto dei Paesi Bassi: all’inizio del XVII secolo chiamò il sito Nuova Amsterdam. Fu solo a metà del XX che un accademico francese ripercorse l’epopea di Jean de Verrazane (l’altro nome del personaggio toscano, con il quale firmava i documenti ufficiali) e gli restituì il primato. A lui è dedicato il ponte che chiude la baia tra Brooklyn e Staten Island, completato nel 1964 e citato postalmente sia dagli Stati Uniti (francobollo da 5 centesimi del 2 novembre 1964), sia dall’Italia (30 e 130 lire aereo del successivo giorno 21). Oggi ospita la partenza della famosa maratona cittadina.
I cinque secoli hanno dato lo spunto a Parigi per un foglietto da 1,96 euro e un “souvenir philatélique” da 4,50, lavorati coinvolgendo Louis Genty. Sono stati messi in prevendita oggi; completeranno la distribuzione il 15.