Un altro numero, il ventesimo (e ciò vuol dire dieci anni) della nuova serie, sempre firmato “Storie di posta” e prodotto da Unificato. In 112 pagine “A4” con immagini a colori (18,00 euro), il semestrale dell’Accademia italiana di filatelia e storia postale riesce a spaziare ad ampio raggio, soffermandosi anche su argomenti inconsueti.
Franco Filanci, ad esempio, si interroga su “Il numero uno d’Italia, quello vero”, mentre Valter Astolfi affronta il servizio telegrafico tra Pontificio e Vaticano, riprendendo anche il caso dell’invio inaugurale datato 7 giugno 1929, segnalato un anno e mezzo fa da “Vaccari news”. È di Danilo Bogoni l’intervento dedicato a Giulio Andreotti e alla sua passione collezionistica; precede quello riguardante gli invii di denaro a distanza, voluto da Francesco Luraschi. Giorgio Migliavacca porta il lettore tra Anzio e Roma, nel pieno della Seconda guerra mondiale, utilizzando il corriere militare dell’epoca. Se Angelo Piermattei ritorna al carteggio della famiglia Viti, Gianni Vitale sofferma l’attenzione sulle lettere partite dai campi del Salento gestiti, settant’anni fa, dalla United Nations relief and rehabilitation administration.
Al solito, il volume si completa con le rubriche; propongono opinioni, spunti, notizie spicciole, curiosità, libri.